Pagina 113 - Il Punto Su...Le Dita! _ok3

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Le misure per la gestione di questo particolare tipo di emergenza devono conformarsi a quanto
indicato all’art. 43. In particolare:
- vanno definiti opportuni rapporti con i servizi pubblici esterni alla banca (comma 1, lettera a),
come peraltro previsto anche dai Protocolli: si tratta di coordinarsi con le forze dell’ordine cui è
opportuno segnalare la necessità di evitare sia conflitti a fuoco all’interno della sede bancaria o
nelle sue prossimità sia interventi intempestivi che possano allungare il tempo di permanenza del
rapinatore nella sede bancaria;
- vanno informati tutti i lavoratori che possono essere vittime della rapina sulle misure predisposte e
sui comportamenti da adottare (comma 1, lettera c): in proposito valgono considerazioni analoghe
a quelle sviluppate al punto 3.2.
Nel predisporre le misure e le indicazioni per la gestione delle rapine è necessario valutare anche i
possibili effetti su di esse delle misure adottate per la prevenzione delle rapine. In particolare si
ricordano, con riferimento alle misure elencate all’art. 4 dei protocolli:
- la vigilanza con guardie private (punto 4), i cui comportamenti non devono concorrere al prodursi
di conflitti armati all’interno o in prossimità della sede bancaria;
- il videocollegamento/videosorveglianza, la videoregistrazione, l’allarme antirapina (punti 5, 6, 7)
che devono avere modalità di effettuazione che evitino interventi intempestivi delle forze
dell’ordine con rischio di conflitti armati all’interno o in prossimità della sede bancaria o di
allungamento del tempo di permanenza del rapinatore nella sede bancaria;
- i dispositivi di custodia valori ad apertura ritardata e i dispositivi di erogazione temporizzata del
denaro (punti 10 e 11) la cui utilità come fattore che scoraggia la rapina va valutata in confronto
con il rischio che comportano di un aumento della durata della rapina.
In tutti i casi sopra prospettati il primo e fondamentale parametro cui fare riferimento non può
essere che la massima tutela possibile della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei clienti.
3.4 L’organizzazione del primo soccorso
Nel caso in cui, nonostante il tentativo di gestire al meglio la rapina in corso, dovessero esserci
ugualmente dei danni fisici e/o psichici, assume grande rilievo la corretta gestione del primo soccorso,
che secondo l’art. 45, comma 1, deve essere organizzato dal datore di lavoro
“…tenendo conto della
natura delle attività (…), e delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro…”
.
Per quanto riguarda gli eventuali traumi fisici e psichici vanno prestate le prime cure direttamente
sul luogo di lavoro, tanto se il traumatizzato è un lavoratore della banca quanto se si tratta di un
cliente, nei limiti di ragionevolezza, cioè tenendo realisticamente conto di quanto possa essere fatto in
modo appropriato da personale che, per quanto formato, non svolge professionalmente un’attività
sanitaria. Per tutte quelle situazioni che ad un primo esame sembrino necessitare di cure specializzate,
e comunque sempre a richiesta degli interessati, va organizzato il trasferimento al più vicino servizio
di Pronto soccorso.
In tutto ciò che riguarda l’organizzazione del primo soccorso è centrale il contributo del medico
competente.
3.5 Valutazione e
follow up
dei traumi psichici
Nell’ottica del massimo contenimento del danno, è opportuno valutare quanto più precocemente
possibile eventuali traumi psichici patiti dai lavoratori
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e, se del caso, proporre loro un
follow up
. La
delicatezza della materia suggerisce che l’accesso al
follow up
avvenga con modalità che garantiscano
l’effettività del consenso informato.
Nell’attività di valutazione precoce di eventuali danni psichici è centrale il ruolo del medico
competente che deve possedere un’adeguata preparazione sul tema e disporre dei necessari supporti
specialistici.
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Ferma restando l’importanza di fornire anche alle altre persone legittimamente presenti all’interno della banca forme di
sostegno psicologico immediatamente dopo la rapina, per un insieme di ragioni, a partire da quelle di opportunità, non
pare realistico che l’azienda proponga ad esse di valutare anche gli eventuali traumi psichici attraverso un
follow up
.