Pagina 1029 - Il Punto Su...Le Dita! _ok3

Versione HTML di base

Istituto Nazionale Previdenza Sociale
La “
malattia
”, nell’indicare un "
Fenomeno anormale o patologico che altera
l'integrità anatomica degli organi o ne fa deviare il funzionamento in senso
dannoso
" invece, fa riferimento ad una diagnosi nosologica ed è, pertanto,
prevalentemente
qualitativa
.
Il termine "
patologia
" (dal greco antico p????: "sofferenza"; ????a: "studio") -
oltre ad indicare quella branca della medicina che si occupa dello studio delle
malattie, nei loro aspetti fondanti: cause, evoluzione, danno
- è anche sinonimo
dotto di "
malattia
".
Sul piano medico e medico legale, entrambi i termini –
malattia /patologia
sottendono la
necessarietà
della
disfunzione modulata secondo
progressiva severità
.
S
UL CONCETTO DI
GRAVITÀ
Molte sono le patologie che possono essere considerate gravi e, alquanto
spesso, esse assumono un andamento clinico subacuto/persistente o addirittura
cronico.
Tuttavia, l’Ordinamento, quando vuole sostanziare una situazione ad “alta
intensità di rischio” – cioè che l’evento da scongiurare o tutelare accada
veramente - qualifica quella situazione con l’aggettivo
grave
, senza indicarne il
correlato significato concreto: manca cioè la “misura” parametrata.
La malattia/patologia/sindrome è, oggi, intesa dalla dottrina medico legale
come
un’alterazione quali-quantitativa dello stato di salute
che induca una
modificazione peggiorativa dello stato anteriore suscettibile di
apprezzamento clinico e/o, eventualmente, medico legale
, caratterizzata
dai seguenti attributi:
ANORMALITÀ
, E
VOLUTIVITÀ
, B
ISOGNO
di C
URE
, D
ISFUNZIONALITÀ
,
M
ANCATA
E
SPANSIONE
DELLE
A
TTIVITÀ
S
OCIO
-R
ELAZIONALI
ecc.
Tali situazioni si connotano per essere
gravi
se si appalesano per un
considerevole disordine funzionale
, in grado di
scemare sensibilmente e
in modo severo
la funzione dell’organo /apparato /sistema
in quella
fattispecie compromesso.