Già dalle prime dichiarazioni in apertura dell’incontro, tenutosi con le OO. SS. venerdì 1 dicembre u.s. avente ad oggetto la trattazione della “ipotesi di riconoscimento welfare/premio aziendale 2016”, UBI BANCA ha manifestato la sua totale chiusura alla trattativa, sostenendo che l’ex BANCA CARIME non rientrava nei parametri fissati per il riconoscimento del Premio.
L’Azienda ha quindi prospettato, quale unica e NON negoziabile concessione, la disponibilità ad effettuare una erogazione in forma “welfare” del controvalore di euro 350,00 in favore di tutti i Dipendenti, senza riparametrazione e senza modalità alternative di fruizione (ad. esempio, in modalità “cash”).
Le OO. SS. hanno evidenziato e stigmatizzato la discriminazione di trattamento dei Lavoratori della ex BANCA CARIME rispetto a quelli di tutte le altre ex Banche, ai quali è stato riconosciuto il Premio aziendale 2016 con importo riparametrato e con modalità di erogazione in “welfare”, “cash” o misto, impostando le singole trattative aziendali su basi “politiche” e non sui dati di bilancio.
Nonostante tutto, con senso di responsabilità, le OO. SS. hanno ritenuto di continuare la trattativa, per la negoziazione del cosiddetto “importo di consolidamento” da aggiungersi al Premio di UBI BANCA dall’anno prossimo, ma ancora una volta l’Azienda si è mostrata indisponibile a qualunque negoziazione dell’importo “welfare” da essa proposto rigettando la richiesta delle OO. SS. di riconoscere un importo di consolidamento dignitoso e in linea con quello minimo riconosciuto alle altre ex Banche.
Pertanto, la trattativa – nei fatti, mai iniziata – si è interrotta, e UBI ha comunicato la mancata erogazione, per l’anno 2016, del Premio aziendale, nonché il mancato riconoscimento di alcuna “somma di consolidamento” aggiuntiva ai Premi aziendali futuri, ai Dipendenti dell’ex BANCA CARIME.
UBI, ancora una volta, tenta di propinare ai Lavoratori del SUD “il solito film già visto” e per motivare le solite discriminazioni addebita i risultati negativi – ascrivibili alle politiche evidentemente fallimentari dei propri Manager – al Personale, che, invece, quotidianamente è da sempre al servizio della Banca con professionalità ed impegno.
MA STAVOLTA UBI DOVRA’ PRENDERE ATTO CHE IL LIMITE E’ STATO SUPERATO: LA DIGNITA’ DEI LAVORATORI DELLA EX BANCA CARIME NON E’ IN SALDO DI FINE STAGIONE
E’ tempo di reagire alla logica di politiche che si rilevano discriminatorie nei confronti di parte di Lavoratori a seconda della ex Azienda di provenienza. Logiche che continuano a “promuovere” trattamenti differenziati che anziché contribuire a creare quello spirito di fratellanza e solidarietà fra tutti i Dipendenti della “Banca Unica”, finiscono per acuire “il senso di divisione” tra i territori.
E’ tempo di dire basta alla mortificazione dei Lavoratori del SUD per i risultati negativi ADDEBITABILI SOLO ALLE POLITICHE SCELLERATE DI UN MANAGEMENT SUPER PAGATO e scelto dall’Azienda ed al quale non viene mai contestata alcuna responsabilità.
E’ tempo che UBI tragga insegnamento dalla Storia, sia pure con qualche millennio di ritardo, rileggendo con la giusta attenzione l’Apologo di Menenio Agrippa, che evidenziò, fin dal 494 a.C., come: “senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute”. “Intelligenti pauca”.
Le scriventi OO. SS., NEL PROCLAMARE LO STATO DI AGITAZIONE DEI DIPENDENTI DELLA EX BANCA CARIME, informano i Colleghi che sono in via di definizione le opportune iniziative da mettere in campo a sostegno della delicata vertenza in corso.
Sarà cura delle scriventi OO. SS. tenere aggiornati tutti i Colleghi sull’evolversi della vertenza.