CON LA SOTTOSCRIZIONE DEI TRE REFERENDUM CHE RIMETTONO MANO ALL’ART. 18, ELIMINANO IL LAVORO ACCESSORIO (VAUCHER) E CANCELLANO LE NORME CHE LIMITANO LA RESPONSABILITÀ SOLIDALE NEGLI APPALTI, UNISIN PROSEGUE L’ANNOSA BATTAGLIA CONTRO L’ATTACCO AI DIRITTI DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI.
Il 28 giugno 2016 il nostro Segretario Generale ha coinvolto UNISIN nel sostegno ai tre referendum abrogativi promossi dalla CGIL. A tal proposito, grande valore ed importanza assume anche la dichiarazione fatta alla stampa dal Segretario Generale della FISAC, Agostino Megale, che ha voluto sottolineare come l’iniziativa sia di per sé “un fatto di straordinaria importanza perché evidenzia come il sindacato dei diritti viva anche oltre la dimensione confederale”.
UNISIN non è nuova ad iniziative e prese di posizione durissime nei confronti dello smantellamento quotidiano dei principali diritti dei lavoratori, basti ricordare la partecipazione a manifestazioni e sit in contro l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, contro l’utilizzo sciagurato di quella precarietà capace di produrre solo “nuova schiavitù” e contro una politica incapace di rilanciare seriamente l’economia del Paese ma abilissima a produrre percentuali stellari di disoccupati tra i giovani così come tra gli over cinquantenni.
Già nel recente passato, inoltre, UNISIN raccolse migliaia di firme per l’abrogazione della Legge 30/2003 (cosiddetta Legge Biagi) che – come noto – ampliava le forme di precarietà già esistenti, consegnandole poi alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
Nel merito, quindi, delle iniziative oggi poste in essere, va innanzitutto ricordato che la “vecchia” formulazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/70) attivava la cosiddetta “tutela reale del Lavoro” ogniqualvolta ci si trovava di fronte ad un licenziamento illegittimo, prevedendo la reintegrazione del Lavoratore nel proprio posto di lavoro (per aziende con più di 15 dipendenti).
Un atto di indiscutibile giustizia e di civiltà che allontanava lo spettro della schiavitù dai luoghi di lavoro.
E’ durante l’estate del 2012 che la riforma del lavoro targata Elsa Fornero permette ai datori di lavoro di non doversi più preoccupare della giusta causa e del giustificato motivo per il licenziamento, rendendo quasi impossibile per il giudice reintegrare al proprio posto di lavoro il Lavoratore licenziato ingiustamente, prevedendo solo un indennizzo di tipo economico.
Il referendum sottoscritto e sostenuto da UNISIN, che vuole “abrogare le norme che limitano le sanzioni e il reintegro in caso di licenziamento”, mira appunto a consentire il reinserimento del Lavoratore al proprio posto di lavoro qualora venga accertato che le ragioni del datore di lavoro non siano fondate.
Inoltre, verrebbe anche abrogato il decreto legislativo sulle “tutele crescenti” nella sua totalità e per UNISIN che ha da subito criticato e combattuto il JOBS ACT rappresenterebbe una conquista di primaria importanza.
Il combinato disposto delle questioni poste dal referendum, inoltre, consentirebbe di estendere la formulazione del preesistente art. 18 della Legge 300/70 anche a quei lavoratori che prestano servizio in aziende al di sopra dei 5 dipendenti.
Il secondo referendum che UNISIN ha sottoscritto riguarda “l’abrogazione del lavoro accessorio” e di conseguenza la cancellazione dei cosiddetti voucher il cui uso è risultato largamente distorto da parte di numerosi datori di lavoro a vantaggio di un ulteriore aumento della precarietà e dello sfruttamento che ne consegue.
Il terzo referendum riguarda, infine, “l’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti”. Anche in questa circostanza bisogna rifarsi alla riforma Fornero, ricordando che l’attuale normativa ritarda il recupero dei trattamenti retributivi e contributivi dovuti ai Lavoratori ed incoraggia la tendenza ad assegnare le attività da appaltare anche ad aziende e persone inaffidabili che ottengono l’appalto solo grazie ad una riduzione dei costi spesso e volentieri insostenibile e quindi scaricata sul servizio e sui Lavoratori.
Per concludere, UNISIN si impegna sin d’ora in tutte le realtà dove è presente a sostenere questa battaglia di civiltà che potrà restituire ai giovani, alle Lavoratrici ed ai Lavoratori, agli sfruttati ed ai precari uno spiraglio di luce ed una maggiore dignità nei luoghi di lavoro.