“Non possiamo che essere favorevoli a misure che, ancora in modo insufficiente, mirino a sostenere il credito nel Mezzogiorno e guardiamo positivamente all’idea di costituire una banca di investimento che operi nelle aree più fragili del Paese”. Così Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL – Unità Sindacale Falcri / Silcea / Sinfub a margine dell’audizione presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati per i lavori sulla legge di conversione del Decreto-legge 142 del 2019 avente come titolo “Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”.
“La debolezza economica del Sud – continua Contrasto – è certamente stata acuita dalla distruzione della Banche nei territori già a partire dalla seconda metà dagli anni 80. Si pensi a quanto accaduto alle Casse di Risparmio che insistevano nel Mezzogiorno (Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, Cassa di Risparmio di Puglia, Cassa di Risparmio di Salerno), al Banco di Napoli ed al Banco di Sicilia, agli innumerevoli Istituti di Credito Cooperativo liquidati nel tempo fino a giungere al recente e gravissimo caso della Banca Popolare di Bari”.
Per il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL “è impensabile un rilancio economico delle regioni meridionali in assenza di reali operatori finanziari e creditizi che abbiano interesse ad operare solo al sud e per il sud. Il ruolo delle banche dei territori non è solo quello classico di intermediazione finanziaria e di supporto creditizio ma anche, e forse soprattutto, di consulenza, di assistenza e di supporto agli operatori locali che già risentono di un livello dimensionale mediamente più piccolo rispetto ai competitors nazionali ed europei. Inoltre – prosegue Contrasto – l’assenza di un tessuto creditizio veramente interessato e votato a supportare specifici e limitati territori, favorisce fenomeni criminali come usura e mafia da cui il nostro Meridione è purtroppo caratterizzato. Chiediamo, quindi, alla Politica l’avvio di un confronto costruttivo e continuo sul problema “credito nel Mezzogiorno” che porti a prevedere investimenti ben più importanti finalizzati a ricostruire un sistema finanziario meridionale”.
Gravissimo è invece il recente caso del Gruppo Popolare di Bari: un Gruppo storico per il Mezzogiorno, fondato negli anni ’60, che conta oltre 350 sportelli (principalmente presenti in Puglia, Campania, Basilicata e Calabria) e più di 3000 dipendenti.
“Prioritario è risolvere il problema del Gruppo – commenta Contrasto – tutelando innanzitutto i suoi Lavoratori, i piccoli azionisti ed i risparmiatori”. Secondo il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL “è anche doveroso verificare quale sia stato l’operato del management e colpire tutte le responsabilità che hanno condotto al dissesto della Banca, anche per non macchiare una realtà storica e chi vi opera da anni con passione e abnegazione di colpe certamente non loro”.
“Tra le responsabilità – precisa il Segretario Generale – non bisogna dimenticare anche quelle della politica locale che da sempre ha preferito impoverire i territori del Sud, non intervenendo nel tempo a tutela dello storico patrimonio creditizio locale, forse per rendere tali territori più acquiescenti alle varie lusinghe elettorali”.
Sui posti di lavoro Contrasto non lascia spazio ad alcun dubbio: “non vogliamo sentir parlare di licenziamenti. Eventuali esuberi potranno essere gestiti solo attraverso gli strumenti previsti dal nostro contratto e su base esclusivamente volontaria. Si devono, infatti, salvaguardare i Lavoratori e le loro famiglie. Occorre invece credere nel futuro della Banca, investendo sulla sua crescita e, quindi, sul suo capitale umano, anche ricorrendo al FOC (Fondo per l’Occupazione del Settore Credito finanziato attraverso i contributi dei Lavoratori) che ha recentemente ampliato la sua portata a sostegno dell’occupazione proprio nelle regioni del sud Italia”.
“La Banca Popolare di Bari – conclude Contrasto – è l’ultimo grande Gruppo ampiamente diffuso nel Mezzogiorno ed è essenziale garantirne la sopravvivenza, anche e soprattutto all’insegna della centralità della funzione sociale del Settore bancario a sostegno delle famiglie e delle imprese del Sud”.