Dopo una lunga attesa si è finalmente avviata la procedura di confronto sull’aggiornamento del Piano Industriale 2019/2020, che dovrà concludersi entro la data della prima incorporazione (Nuova Banca Marche entro circa metà ottobre).
L’incontro di giovedì 6 luglio è stato “meramente” interlocutorio infatti l’Azienda non ha fornito gli elementi che risultano ASSOLUTAMENTE necessari alle OO.SS. per avviare una trattativa consapevole circa le ricadute sul personale, e atta alla gestione delle stesse.
Al momento, pertanto, restano tutte le preoccupazioni in merito agli effetti che questo Piano produrrà, impattando indifferentemente su tutti i colleghi. In particolare l’Azienda ha confermato la volontà di voler gestire le “uscite” attraverso l’attivazione delle leve gestionali (Social Day, part-time, etc.) mantenendo il criterio della volontarietà, in continuità col passato. Allo stesso tempo ha confermato la necessità di voler ridurre il personale di 1.318 risorse (“teste” e non “FTE”, ossia costo equivalente), anche attraverso cessioni ed esternalizzazioni: numeri che si aggiungono alle uscite già previste per effetto dei prepensionamenti volontari. Questo intendimento aziendale è INACCETTABILE, infatti è inconcepibile pensare che a fronte di un allargamento del perimetro del Gruppo, si ipotizzi di adottare una soluzione che prevede solo “tagli”, senza “incollare” alcun valore aggiunto. Questo, tra l’altro, risulterebbe in perfetto contrasto con i Valori del “fare banca per bene”, di cui tanto si fa vanto il management del Gruppo UBI. L’Azienda non può continuamente nascondersi dietro “indicazioni/raccomandazioni” della BCE, a giustificazione di scelte imprenditoriali di cui è unica RESPONSABILE.
Tra gli altri aspetti illustratici, vi sono:
– il nuovo assetto distributivo, con la ridefinizione del modello di filiale (a forte prevalenza “light”), nuovi ruoli e l’ipotesi di un nuovo sistema inquadramentale che rischia di penalizzare i percorsi di carriera già in essere;
– l’annuncio della chiusura di 270 sportelli (130 perimetro UBI “stand alone”, 80 NBM, 40 NBEL, 20 NCRC), anche in ragione delle numerose sovrapposizioni concentrate in alcune realtà, delle quali al momento non c’è stato reso noto l’elenco delle stesse, con la conseguente e scontata preoccupazione alimentata in tanti colleghi;
– l’accentramento delle funzioni di Governo-Controllo e chiusura delle DG delle “nuove banche”, per le quali non ci sono stati ancora forniti chiarimenti di merito rispetto alle soluzioni organizzative che verranno adottate per garantire continuità occupazionale, in particolare in tutti quei territori e piazze dove il Piano Industriale prevede forti sovrapposizioni di filiali, di Direzioni Generali, Poli Direzionali e dove, a fronte della chiusura della Direzione Generale, non è prevista la sede della MAT.
Una procedura tanto articolata, con il rischio di pesanti ricadute sui colleghi, non può prescindere da un confronto costruttivo che porti a soluzioni CONDIVISE e SOSTENIBILI SENZA ALIBI DI IMPOSIZIONI BCE