UN NUOVO PIANO INDUSTRIALE PER LO SVILUPPO DI UBI BANCA?
Abbiamo appreso da indiscrezioni apparse sulla stampa che la Capogruppo starebbe lavorando alla definizione del nuovo Piano Industriale che si proporrebbe – anche alla luce degli effetti della difficile crisi economica e finanziaria mondiale ancora in atto – il “rilancio” di UBI BANCA.
Il Piano Industriale “in corso” – valido, tenuto conto anche dei successivi “upgrade”, per il periodo 2007-2010 e che, in buona sostanza, è stato un piano d’integrazione tra le strutture delle ex BPU e BANCA LOMBARDA E PIEMONTESE – ha fallito in molti dei suoi obiettivi principali quali la formazione, in tutte le sue componenti, di una cultura unitaria caratterizzante e l’accreditarsi – in tutti i territori presidiati – come realtà creditizia vicino alle famiglie e alle PMI. A nulla purtroppo è valso il grande contributo offerto in tal senso dalle Lavoratrici e Lavoratori del Gruppo.
Ad oggi, possiamo certamente affermare che i principali obiettivi conseguiti sono stati solo “l’efficientamento” delle Risorse e la chiusura/vendita di numerose Agenzie/Attività. Quindi, di fatto, un “piano di sviluppo” (…) finalizzato solo ad abbattere i costi ed a ridimensionare la presenza di UBI nei territori già presidiati.
I fattori critici – che la FALCRI nel corso dell’attuazione del Piano Industriale 2007-2010 ha ripetutamente denunciato – possono, infatti, ricondursi:
– all’attuazione di un progetto che ha, nella realtà, tenuto in considerazione solo le sinergie di costo anziché quelle da ricavi;
– alla disorganizzazione che ha preceduto e seguito la fase della migrazione informatica e che tuttora persiste; Ø alla duplicazione dei Centri decisionali;
– alla forte carenza degli organici in tutte le Società e Aziende del Gruppo;
– alla scarsa capacità complessiva delle stesse Banche e Società di coinvolgere i Dipendenti nel processo in atto e l’abbandono del presidio di vasti territori che sono stati privati della giusta assistenza bancaria.
Vogliamo augurarci, in questa delicata fase storica, che UBI BANCA faccia tesoro degli errori del passato e metta in atto quei correttivi capaci di eliminare la forte conflittualità ancora presente all’interno delle Banche e Società del Gruppo e di ricostituire il senso di appartenenza ad un solido e stabile Gruppo Bancario.
Ancora oggi, infatti, si registrano diversità enormi di vedute e di comportamenti tra le Aziende del Gruppo e persistono alcune visioni prettamente “territoriali” che impediscono ancora ad UBI Banca di avere una reale dimensione nazionale.
La FALCRI, pertanto, auspica che UBI BANCA attui scelte – REALMENTE IMPRONTATE ALLO SVILUPPO DURATURO E STABILE DI TUTTO IL GRUPPO E PER QUESTO CAPACI DI INVESTIRE SULLE RISORSE UMANE, attraverso la crescita professionale delle Risorse già presenti nonché la stabilizzazione e l’immissione di nuova e giovane forza lavoro, e SUI TERRITORI DI RIFERIMENTO, attraverso l’apertura di nuovi presidi nei territori sui quali il Gruppo ancora non è presente e lo sviluppo dei Poli Territoriali, oggi sempre più sviliti nelle funzioni e nei numeri. SCELTE, quindi, FINALMENTE IN LINEA anche CON I TANTO SBANDERIATI PRINCIPI DI RESPONSABILITA’ SOCIALE DELL’IMPRESA.
La Segreteria FALCRI Gruppo UBI Banca