UNA VOCE FUORI DAL CORO
Nino Lentini
“…Come è noto, con il decreto legge n.112 del 2008 sono state adottate delle misure normative finalizzate ad incrementare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni …”. Cosi inizia la circolare 7/2008, firmata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta. Il compito di tale intervento è quello di risolvere il problema del numero di assenze elevate dei dipendenti pubblici dal loro servizio.
Nuove regole, quindi, come deterrente alle assenze per malattie fasulle, quali, ad esempio, un orario più ampio per i controlli, nonché una penalizzazione in termini economici per i primi dieci giorni, l’obbligatorietà della visita fiscale anche per un solo giorno. Secondo me, non esiste persona al mondo che sia contraria a combattere l’assenteismo e non solo. Esistono, infatti, tanti altri problemi che meriterebbero la stessa attenzione; ma torniamo al problema che in questo momento ci interessa: “l’assenteismo per malattia”.
Non credo, almeno fino ad ora, che le misure adottate per combattere il problema possano considerarsi le migliori. Troppo facile far cadere la mannaia sul collo di tutti, “buoni e cattivi”.
In definitiva il decreto legge n.112 del 2008, non fa distinzione: se sei malato, indipendentemente dalla gravità della malattia o se sei stato un ottimo dipendente durante il tuo percorso lavorativo, è prevista la visita fiscale, dal primo giorno, nonché la decurtazione di alcune voci della busta paga. Viene adoperata la medesima strategia di chi spara nel mucchio: nessuna differenza tra i lavativi e chi lavora con serietà ma sta davvero male. I soldi che si andrebbero a risparmiare, in seguito all’attuazione della norma, dovrebbero costituire economie di bilancio.
Tutti gli altri soldi, che invece si sperderanno per le visite fiscali, che sono molto di più dei risparmi, a chi toccherà pagarle? Ho sempre ritenuto le guerre di Pirro, quelle che lasciano sul campo solo morti e feriti, piuttosto inutili.
Quando, invece, valuto utile e proficua una assunzione, a tutti i livelli, di vera responsabilità per i problemi che si dice di voler affrontare, analizzandoli in fondo e tentando di risolverli con ogni mezzo lecito a disposizione. È chiaro che quando tutto cambia, ed in modo così repentino come ai giorni nostri, anche le leggi, i contratti, gli accordi cambiano. Il cambiamento dovrebbe avvenire, però, con buon senso e rispetto per chi ha sempre lavorato e continua a lavorare con serietà, attaccamento, dedizione al dovere.
Fa male sentirsi trattati tutti al pari di fannulloni. Si perché quando si spara nel mucchio questo è il sentimento che accomuna ogni lavoratore. Sarebbe stato più consono soffermarsi con maggiore attenzione sul problema e, senza fretta, cercare soluzioni più mirate, che colpissero, veramente, i più vagabondi.
Per esempio, leggere un decreto ministeriale che pretendesse l’applicazione severa delle leggi e dei regolamenti esistenti, effettuando i controlli già previsti che ritengo siano abbondantemente sufficienti a perseguire fannulloni, ove ve ne fossero, era la soluzione più auspicabile. Si tratta di una semplice riflessione – è vero – forse troppo semplice per il Ministro Brunetta. È altrettanto vero, però, che non è stato certo difficile legiferare senza guardare in faccia nessuno.
Personalmente, non la ritengo una scelta equa e, tantomeno, incentivante. Nel rapporto con la gente, mi è stato insegnato sin dall’infanzia, a guardare le persone negli occhi. Si tratta di un segno di rispetto e di buona educazione. In un articolo del settimanale “Panorama”, del 7 agosto 2008, Bruno Vespa racconta della standing ovation ricevuta dal Ministro Brunetta di circa 800 persone, accorse alla manifestazione “Cortina Incontri”: “…quelle 800 persone non erano tutti esponenti della laboriosa piccola e media impresa del nord che non ne può più dell’inefficienza della burocrazia e dei fannulloni.
C’erano anche parecchie persone medie, parecchi statali d’ogni grado, diversi insegnanti.” Cosi dice testualmente l’articolo del dott. Vespa. E continua: “ L’indomani, rientrato a Roma, assistetti dalla cima del Campidoglio alla fiaccolata di qualche migliaio di persone che marciavano sui Fori Imperiali fischiando contro Brunetta. Erano i fannulloni operosi ai quali il Ministro stava sullo stomaco”.
Certo che Vespa deve avere grandi doti. Riesce a capire, solo con un colpo d’occhio che i primi, esattamente gli 800, erano gente laboriosa mentre i secondi, qualche migliaio che sono molti più degli 800 intervenuti a “Cortina Incontri”, erano tutti fannulloni! Mi limito semplicemente a rilevare che, forse, questi ultimi, dopo avere attentamente letto il testo del decreto, hanno ritenuto che non fosse equilibrato; valutazione che ho fatto, peraltro, anch’io, come molti altri italiani.
Ma quando vanno di moda termini come severità e rigore ad ogni costo – con gran vanto del Ministro portatore di tali valori – esser una voce fuori dal coro significa solo essere considerato un fannullone, con a carico tutti i pregiudizi del caso!