VITE SPEZZATE
Enzo Parentela
Secondo le rilevazioni statistiche rese note dall’ INAIL, tra il 2008 e il 2007 ci sarebbe una flessione negli infortuni del lavoro e anche nei decessi conseguenti ad infortunio. Infatti, secondo queste stime, gli incidenti sono diminuiti del 4,1% e le morti sul lavoro del 5,6%.
Questa naturalmente è una buona notizia che indurrebbe a pensare, dopo i tragici eventi della Thyssen Krupp, ad una maggiore sensibilizzazione delle Imprese, dei lavoratori e delle Istituzioni sulla necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori. Evidentemente però la strada da percorrere per raggiungere elevati livelli di sicurezza sul lavoro è ancora lunga e tortuosa. Purtroppo, le cronache continuano, incessantemente, a registrare notizie di vittime di infortuni sul lavoro. Alcune di queste disgrazie, attirano l’attenzione e creano ancora di più sconcerto, per la loro tragica similitudine. Recentemente hanno perso la vita tre operai della SARAS di Sarroch, una raffineria Sarda, tra le più grandi d’Europa e due operai di una impresa di manutenzione a Riva Ligure, tutti vittima di esalazioni mortali. Lo scenario della disgrazia è simile a quello di tanti altri incidenti mortali. Un serbatoio, una cisterna, un pozzo, un depuratore o la stiva di una nave, diventano trappole micidiali, dove un gas assassino, colpisce e uccide in pochi secondi. Come può accadere che periodicamente, anche in aziende moderne, di livello europeo come la SARAS, dove i sistemi di sicurezza dovrebbero essere imperativi e categorici, si debbano verificare incidenti assolutamente prevedibili e quindi evitabili? Anche il rituale conseguente è identico a quello di tante altre tragedie simili. Il cordoglio delle autorità, il dolore e la sofferenza dei familiari delle vittime, la costernazione e lo sgomento delle aziende coinvolte, la rabbia dei sindacati, le inchieste, i processi e così via. Possibile che il ripetersi di eventi così drammatici, con frequenza impressionante, non scateni un sufficiente livello di sdegno tra le Istituzioni affinché vengano adottati interventi risolutivi per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni sul lavoro, incluso anche l’inasprimento delle sanzioni previste per l’inosservanza delle norme di sicurezza? A questo punto, sorge qualche il dubbio che il trend “positivo” registrato dalle statistiche INAIL sia soltanto un fenomeno transitorio ed occasionale! Conto economico, profitto, dividendo, utile di bilancio, contenimento dei costi, produttività, rappresentano per le imprese obiettivi di importanza primaria. Ma c’è un valore incomparabile che qualunque Azienda, privata o pubblica, piccola o grande, dovrebbe inserire nei bilanci come parte integrante ed indissolubile del proprio patrimonio: il rispetto e la salvaguardia della vita umana.