BANCHE E BANCARI
Antonio Chiappetta
Il nuovo progetto di ristrutturazione aziendale è conosciuto come N.P.I., acronimo di Nuovo Piano Industriale.Per la verità qualche residuato bellico vetero – sindacalista aveva sottolineato una qualche sinistra assonanza con la N.E.P., la Nuova Politica Economica attuata da Lenin in Russia che – con la scusa di una profonda ristrutturazione delle basi economiche di quella nazione – determinò una generale spaventosa carestia, in cui si verificarono anche casi di antropofagia.
L’Azienda ci ha rassicurato: essa sostiene che i soli casi di cannibalismo saranno limitati alle filiali che saranno declassate a sportello leggero, destinate ad essere divorate dalle loro filiali di riferimento, di cui non saranno che una semplice “espressione geografica”.
Si prevede inoltre – come esito inevitabile del meraviglioso processo di espansione e di crescita già annunciato – l’ulteriore cannibalizzazione dei clienti delle agenzie soppresse da parte delle altre agenzie limitrofe.
Alle obiezioni disfattiste di qualche improvvido operatore di sportello, il quale ha flebilmente sostenuto che le svariate categorie di pensionati abituati da anni a ritirare le loro ricche pensioni alla filiale situata al centro del loro paesello difficilmente avrebbero potuto accettare di buon grado di percorrere a piedi i 30 e passa chilometri – 15 all’andata e 15 al ritorno – che li avrebbero divisi dal loro conto corrente, è stato sprezzantemente risposto che tale tipo di clientela è “poco attrattiva” per una Banca dinamica come la nostra.
Così sembra che ci si stia attrezzando per andare ad intercettare le straordinarie opportunità di raccolta dei numerosissimi ed assai abbienti (…) imprenditori, i quali – com’è noto – sino al momento del nostro contatto stavano riflettendo accuratamente su dove allocare le risorse che avevano provveduto a ritirare dai loro depositi (…), situati nei vari paradisi fiscali, divenuti inospitali dopo la presa di posizione sfavorevole del Presidente Obama.
Ma le sorti magnifiche e progressive delle nostre Banche locali non si fermano qui. Sono già in cantiere altre splendide iniziative che vedranno come protagonisti i giovani a contratto, vera nuova risorsa di UBI.
Molti di loro stanno già mettendo a profitto il 110 e lode della loro laurea provvedendo a cambiare assegni a tutto spiano, sotto l’occhio vigile e paterno dei cassieri anziani che non vedono l’ora che i malcapitati sottoposti compiano qualche errore, per poter far loro pesare tutto il loro superiore sapere bancario e rampognarli a dovere, ovviamente nell’esclusivo superiore interesse della Banca.
È in momenti così che i malcapitati finivano per invidiare chi – come Bossi – aveva preso il suo bravo diploma alla Scuola Radio Elettra, anziché investire tempo e denaro smazzandosi per studiare all’Università.
Non solo, ma i nostri bravi precari, nella prospettiva sempre più incerta della loro ulteriore riconferma, si applicavano ai loro compiti con la forza della disperazione: molti di loro, assolutamente negati per il calcio, facevano aperta mostra di fede juventina o interista nel difficilissimo tentativo di praticare una attiva “captatio benevolentiae” nei confronti degli eruditi superiori. Il trucco, tuttavia, veniva facilmente scoperto non appena si passava alla recita delle formazioni.
Qui, il povero avventizio, ferratissimo sugli swap e sui derivati, inciampava ingloriosamente sulla collocazione in campo di Kakà, beccandosi la generale riprovazione della filiale. Nei confronti dei giovani precari sono stati avanzati numerosi suggerimenti per favorire il loro inserimento in Azienda, ma talune innovazioni, considerate troppo ardite, non sono state integralmente accolte: fra tutte, molto interessante era stata l’idea di obbligare le stagiste a chiamare familiarmente tutti i capi area “Papi”, indicazione tuttavia bocciata per sue evidenti implicazioni ideologiche. Alla fine, ha prevalso lo spiritoso metodo di selezione detto “Gratta e vinci”: ogni due mesi tutti i giovani precari – dopo un’opportuna colletta – avrebbero dovuto acquistare 100 tagliandi della lotteria istantanea e scoprire se avessero vinto qualcosa. In caso affermativo, andavano a casa con la loro vincita. In caso negativo, andavano a casa e basta.