UN CONFRONTO APERTO PER PREMIARE IL MERITO
Valerio Fabi
Compito di un Sindacato maturo e disponibile a scommettere sull’Impresa, nel rispetto delle proprie prerogative e competenze, è quello di cercare con la parte datoriale un dialogo ma anche una possibile sintesi che porti a far emergere, da una parte le criticità che vi sono nel sistema, e dall’altra le possibili soluzioni, a tutela dei colleghi e della qualità del lavoro svolto.
Ciascuno avrà le proprie competenze e cercherà, con gli specifici strumenti, di fare al meglio il proprio “mestiere”, ma sicuramente momenti di confronto e di dialettica potranno aiutare entrambe le parti, specie se non contrapposte ed arroccate ideologicamente su fronti avversi. In punta di penna e con toni che vanno dal provocatorio al conciliante – ma sempre con estrema franchezza e senza alcun retro pensiero – mi muovo in questa direzione e, pertanto, cerco di cogliere quelle che nel sentire dei colleghi sono le problematiche che vorrebbero vedere risolte, come un megafono che amplifica ciò che ascolta tra i dipendenti.
Tutto questo nell’ovvio rispetto dei ruoli ma soprattutto nell’interesse reciproco di vedere il personale del Gruppo UBI lavorare con profitto in una Azienda attenta alle esigenze delle persone. Dal mio punto di vista, i risultati migliori per i lavoratori nelle varie realtà aziendali sono emersi quando dalla contrapposizione violenta ed ideologica si è passati alla concertazione fra parte sociale e datoriale. Non credo sia solo utopica la possibilità di cogliere uno spunto di analisi e riflessione (e magari d’intervento) nella mia esposizione. Non può essere letto come capzioso affermare che si lavora in luoghi poco accoglienti e non sempre idonei, sia come strutture che come strumentazione in dotazione, che la pulizia delle Agenzie è eseguita in modo sommario, assolutamente inadeguato e per soli 4 giorni la settimana.
Mi chiedo se fosse avvertita davvero come una necessità improcrastinabile tagliare il costo di un giorno di pulizia alla settimana? È così che si razionalizzano i costi? Ed ancora, è una mia impressione o corrisponde al vero che non si fa la formazione prevista per legge dal CCNL, o meglio che si fa tutta per i colleghi del commerciale, trasformando ogni incontro dell’area commerciale in cui si promuove un nuovo prodotto, in ore di formazione? Spalmando, poi, questo monte ore per il numero complessivo dei dipendenti, creando per magia il rispetto dei dettami di legge ma, al tempo stesso, personale non consapevole e non stimolato professionalmente?
Il tutto nella logica statistica, ma poco attenta e lungimirante, dei 2 polli per 2 persone, per cui il risultato è un pollo a testa a prescindere dal fatto che poi ci sia uno dei due che stia deperendo ed uno che stia ingrassando.
Stigmatizzo, ma è sicuramente cosa nota, che centinaia di colleghi dell’area operativa dalla loro assunzione in poi, sono passati da un affiancamento ad un addestramento, senza mai usufruire, però, della formazione in aula, o con lo studio dei riferimenti normativi vigenti, e che, spesso, non hanno neanche partecipato a corsi sull’antiriciclaggio. Rilevo che ormai si concedono senza problemi ai correntisti mutui a 30 anni e magari usciranno prodotti che dilateranno ancora questa soglia temporale, ma i dipendenti purtroppo non possono accedere alle condizioni applicate ai clienti, creando così una sperequazione davvero svilente. Segnalo che, di frequente, i colleghi con contratti di somministrazione lavoro o con contratti a tempo determinato, vengono a sapere solo l’ultimo giorno che, fortunatamente, il contratto è stato prorogato.
Sarebbe così difficile avvisarli, almeno, il giorno prima? Le Agenzie di tutte le Banche del Gruppo sono sempre in affanno per la carenza strutturale di organici che necessitano assolutamente di personale in pianta stabile.
Durante il periodo estivo, poi, tale insufficienza degli organici si palesa in modo traumatico. Prima di poter andare in vacanza i colleghi vivono, per giorni, l’emergenza personale, passando dall’area commerciale a quella operativa. Ed ancora, perché non si rendono trasparenti le cause per cui, nel corso degli anni, vengono sottratte risorse dalle Agenzie, ma si comunica solo che: “ …in base agli ultimi rilevamenti del vostro sofisticato sistema, i numeri prodotti dalla filiale non giustificano più tutte le risorse che c’erano prima”. Ma quali numeri? Si possono vedere e verificare?
Quanto pesano le varie operazioni? Un versamento con 100 assegni o con 1 è sempre un’operazione? E quello che al di là dei numeri freddi tocca fare, dal rispondere al telefono ad inviare dei fax, aprire e chiudere l’Agenzia, compilare le distinte ai clienti ecc. …, in quale insieme va collocato? Come viene valutato?
Quante volte, ancora, dobbiamo segnalare la brutta abitudine di inviare e-mail e fare telefonate ai gestori in cui si fanno pressioni commerciali o le classifiche dei buoni e dei cattivi, con palesi elogi ai presenti, escludendo e mortificando gli altri colleghi della stessa Agenzia? Perché trattarci da bambini ai quali far pervenire i rimproveri nella “piazza virtuale” delle classifiche via e-mail, umiliando, di fatto, i colleghi, rendendoli, sicuramente, meno partecipi del risultato che deve, invece, essere considerato comune e di squadra. Sono sicuro che l’Azienda sia d’accordo con questa valutazione e che non abbia alcun interesse ad avere dipendenti demotivati e pressati psicologicamente.
Non si tratta, sia chiaro, di eventi sporadici o di iniziative personali, ma di un sistema diffuso che la nostra Banca dovrebbe scoraggiare. Sarebbe, infine, utile una gestione delle risorse umane più interessata alla distribuzione del personale collegata ad una conoscenza del territorio e delle sue specificità, tali da limitare il numero dei colleghi che richiedono trasferimenti di Agenzie ed avvicinamenti.
Non credo sia eversivo chiedere che oltre alle gratificazioni economiche a cui ognuno di noi anela, si parta dalla risoluzione di queste piccole criticità che renderebbero, di certo, migliore il clima aziendale e la fidelizzazione dei colleghi alle Banche di appartenenza. Parliamone.
E parliamo soprattutto con i nostri compagni di lavoro, magari attraverso strutture relazionali intermedie tra le sedi e le Agenzie dislocate nelle varie Regioni. È necessario conoscere meglio i colleghi, facendo emergere le loro aspirazioni professionali, le loro potenzialità e, quando ci sono, le loro difficoltà.
Spesso si cercano sul mercato professionalità che già esistono ma che non si conoscono. Soprattutto non si abbia paura di far emergere ora le criticità che esistono, perché la loro tempestiva risoluzione ci renderà tutti più efficienti, partecipi e motivati.