V DAY 2
Enzo Parentela
Torino, piazza S. Carlo, 25 aprile 2008, festa della Liberazione. Cinquantamila persone secondo i giornali, centoventimila secondo gli organizzatori, si sono incontrate per discutere di informazione. Nella stessa giornata in tutta Italia e anche all’estero, organizzata dai giovani dei meetup di Beppe Grillo è iniziata una raccolta di firme indirizzata a promuovere la presentazione di tre referendum, incentrati esclusivamente sul problema dell’informazione in Italia.
Il primo referendum chiede l’abolizione dell’ordine dei giornalisti ed è motivato dalla esigenza di rendere accessibile a tutti, senza ostacoli, la professione di giornalista. Non è chiaro come questo possa migliorare il sistema della informazione, considerando che per esercitare la professione di giornalista, occorre comunque seguire un percorso lavorativo e di studio, che prescinde dalla iscrizione o meno all’ordine. Infatti l’albo dei giornalisti è soltanto il riconoscimento di uno status già acquisito, come del resto accade nel caso degli altri ordini professionali avvocati, medici, ingegneri ecc. .
L’abrogazione dell’ordine, pertanto non trova alcuna giustificazione, nella necessità di migliorare l’informazione ma, sembra più una specie di rivalsa nei confronti della intera categoria dei giornalisti, che sovente è ostaggio incolpevole, del sistema politico e finanziario.
Appaiono invece di maggiore rilievo e interesse gli altri due referendum: il primo incentrato sulla abolizione del finanziamento pubblico ai giornali e il secondo sulla abrogazione della Legge Gasparri relativa alla assegnazione delle frequenze televisive. Infatti, le normative oggetto di referendum, sembrano contrastare con le regole del mercato, tanto è vero che se da un lato, è difficile accettare l’idea che la collettività si faccia carico del finanziamento editoriale di soggetti privati, addirittura quotati in borsa, dall’altro appare, altresì, inaccettabile che le frequenze televisive non vengano assegnate secondo criteri di equità e di mercato, in contrasto alle direttive della Corte di Giustizia europea.
Nel corso della prima giornata sono state raccolte un milione e trecentomila firme, dimostrando come senza pubblicità, senza alcun aiuto da parte dei media tradizionali, giornali, radio e televisione, servendosi soltanto del tam – tam attraverso il Web, sia possibile trasferire rapidamente messaggi, informazione, notizie. Fortunatamente la stampa tradizionale non ha più il monopolio dell’informazione. Il Web è la nuova frontiera della comunicazione: Sms, Chat , Email , Video conferenze, magari organizzate con semplici web cam, piazze virtuali, blog, forum e poi You Toube e la web tv, sono tutti strumenti di pura e semplice comunicazione libera, senza controlli o limitazioni se non quelli imposti dalla Legge e dalla esigenza di non ledere i diritti altrui.
Chi vorrà rivedere le immagini della manifestazione di Torino, potrà farlo cercando su You Toube ma non nelle teche della Rai, dove difficilmente ci sarà spazio per la manifestazione del V Day 2. La manifestazione di Torino alla quale i telegiornali nostrani, hanno dedicato uno spazio molto marginale è stata, però, trasmessa in diretta dalla Televisione satellitare ECO TV (canale Sky 906), praticamente, in tutto il mondo. Chi ha avuto la possibilità di sintonizzarsi su questa frequenza televisiva ha potuto rendersi conto, non soltanto dell’incredibile partecipazione di popolo all’iniziativa, ma soprattutto di come il tema dell’informazione sia di vitale importanza per una democrazia.
Sul palco Grillo ha lasciato voce a gente comune e a professionisti italiani e stranieri, avvocati, tecnici, professori universitari e giornalisti. Questi si sono rivolti al pubblico per denunciare i guasti di una società dove i mezzi di informazione sono controllati esclusivamente dalla politica e dai poteri forti. Persone vere, li chiama Grillo, gente come noi, non abituata alle grandi folle, in grado di parlare un linguaggio semplice, comprensibile e soprattutto reale. Il fatto che un evento così eclatante che ha riunito migliaia e migliaia di persone ad ascoltare ed applaudire Grillo e gli altri interventi, sia stato minimizzato prova la validità delle argomentazioni espresse nel V Day e come sia essenziale ripristinare le condizioni per avere una informazione libera e obiettiva.
È un vero peccato che una società moderna, civile che rivendica il diritto di sedere nei primi banchi dell’Unione europea, sia costretta il giorno del 25 aprile a denunciare le carenze della informazione a mezzo stampa. Un milione e mezzo di firme raccolte in un giorno, per rivendicare il sacrosanto diritto di una informazione libera, sono un segnale forte che non può essere trascurato. Le forze politiche, considerate a torto o ragione le principali responsabili dei problemi denunciati, dovranno impegnarsi nei prossimi mesi a realizzare il cambiamento invocato dai cittadini, se non vorranno che un terzo V Day le condanni senza appello.