IMPRESSIONI DI UNA “NEW ENTRY”
Mario Caspani
Dato che, come insegnava l’indimenticato maestro Manzi, “non è mai troppo tardi”, dopo oltre 30 anni di lavoro mi sono trovato, per la prima volta, a fare l’esperienza di un importante Convegno sindacale: il 63° Consiglio Nazionale della FALCRI, per la precisione. Facevo parte di una pattuglia di neofiti, accompagnata da alcuni colleghi con maggiore esperienza, pronti a fornire chiarimenti in merito a passaggi procedurali e, se necessario, a disegnare un breve profilo dei principali protagonisti del Convegno, sconosciuti da chi, come me, aveva poca esperienza in materia. Ho fatto, volutamente, poco ricorso a questi aiuti, per non lasciarmi condizionare nella formazione del mio giudizio su ciò che vedevo e sentivo. Insomma, volevo capire qualcosa da solo. Ci sarebbe stato, sempre, tempo, per chiedere lumi. Ma, alla fine, ho chiesto poco, in realtà. La lieta sorpresa di questa due giorni, infatti, è stata proprio la scoperta della linearità di linguaggio e di posizioni negli interventi, così che tutto è risultato ben comprensibile anche a chi, come me, per la prima volta si affacciava a questo tipo di eventi. In nessuno dei numerosi interventi ho registrato tracce di quella degenerazione del linguaggio nota ai più con il termine di “politichese” o peggio, nella fattispecie, di “sindacalese”.D’accordo, non c’è stata battaglia, né poteva esserci, dato che in fin dei conti tutti, pur con alcuni distinguo, sono stati d’accordo nell’approvare la proposta della Segreteria nazionale, argomento centrale dei lavori, di aderire alla Confederazione di sindacati autonomi CONFSAL, una scelta opportuna di rafforzamento, nel rispetto delle caratteristiche di autonomia e indipendenza delle associazioni federate nella FALCRI. Interventi chiari, a volte pacati, altre volte vibranti, asciutti o retorici, senza messaggi nascosti e sempre comprensibili, senza bisogno di chiavi di lettura fornite da qualcuno che sappia “come stanno le cose” per davvero. Facile individuare, nei diversi oratori, le molteplici anime che compongono la FALCRI. Altrettanto facile rendersi conto che la vera molla, la ragione profonda che unisce tutte queste diversità, può essere riassunta in una sola parola: passione. Passione intesa come spinta interiore verso un’idea di giustizia nei rapporti aziendali e interpersonali, passione di chi ritiene l’individuo realmente compiuto solo nel rispetto della comunità di appartenenza e nel rifiuto di ogni prevaricazione, passione nello spendersi in favore degli altri.Le primavere che ho alle spalle non mi consentono l’ingenuità di pensare che sia sempre e per tutti così. Ma se le citate primavere non sono passate invano e mi hanno dato una qualche capacità di capire le persone che ho davanti, bene, allora devo dire che, in questo 63° Convegno della FALCRI ho respirato aria pulita.