Bianca Ape ebbra di miele
Annalisa Nucara
Prendo spunto da un curioso articolo recentemente pubblicato su un noto quotidiano, nel quale si racconta di un Deputato che, solleticato dalla presenza, alla Camera, di una giovane assistente parlamentare biondina, dall’aria indifesa e misteriosa, decide di dedicarle alcuni versi, forse dimenticandosi che il galante gesto avrebbe potuto ferire la propria consorte. 1) Riflessione: chi mai di questi tempi brama scrivere poesie per la propria amata, a meno che non si tratti del caso di cui sopra o per compiacere una focosa amante? 2) Suggerimento rivolto a tutti indistintamente, uomini e donne: tornate ad amare la poesia, ad intonare amorevoli versi per le vostre donne! E, se non ne siete capaci, sfruttate quelli di altri, non abbiate paura di essere sdolcinati, ridicoli ed anacronistici! Scrivete le parole che l’amata si aspetta da chissà quanto tempo. Certo, sono consapevole che a volte è difficile accettare che l’oggetto di tale romantico proposito dovrebbe essere quel “ cerbero” che ogni sera ci attende sulla soglia di casa e ci aggredisce già prima di avere messo la chiave nella toppa! Vero è che non è facile riconoscere in lei quella fragile ed eterea donna che abbiamo sposato anni or sono. Chissà che non si arrenda alla dolcezza della poesia, e finalmente…”Silenziosa” e generosa ci offra “Il suo grembo di rosa”, difficile resistere ai versi di Neruda come quelli che seguiranno.. “Nel mio deserto vivi come l’ultima rosa…” Orsù,dunque, il medesimo invito a tutti rivolgo, recitate versi come questi.
BIANCA APE RONZI … Bianca ape, ebbra di miele, ronzi nella mia anima
E ti avvolgi in spirali lentissime di fumo.
Io sono il disperato, la parola senza eco,
quegli che ha perso tutto,
dopo aver tutto avuto.
Sei la fune in cui cigola la mia ultima brama.
Nel mio deserto vivi come l’ultima rosa.
Ah silenziosa!
Chiudi gli occhi profondi dove aleggia la notte,
E denuda il tuo corpo di statua timorosa.
Possiedi occhi profondi dove vola la notte,
fresche braccia di fiori ed un grembo di rosa.
I tuoi seni assomigliano alle conchiglie bianche.
E sul tuo ventre dorme una farfalla d’ombra.
Ah silenziosa!
Con me è la solitudine da cui tu sei lontana.
Piove. Il vento del mare caccia erranti gabbiani.
L’acqua cammina scalza per le strade bagnate.
Le foglie di quell’albero gemono come infermi.
Bianca ape assente,
ancora ronzi nella mia anima.
Risusciti nel tempo,
sottile e silenziosa.
Ah silenziosa!
Pablo Neruda ( da “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”. Santiago del Cile, 1924).