COMUNICATO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DI UNTÀ SINDACALE
Lo scorso 8 luglio si è conclusa la trattativa sul rinnovo del Fondo di Solidarietà per la riconversione e riqualificazione professionale, per il sostegno dell’occupazione e del reddito del personale del credito.
La nostra delegazione in quel momento non ha ritenuto di sottoscrivere al tavolo il testo dell’accordo, esprimendo alla delegazione dell’ABI forti perplessità su alcuni aspetti dell’accordo medesimo e, tra questi, in particolare :
- L’accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà non sarà più volontario, bensì sostanzialmente obbligatorio. La volontarietà potrà eventualmente essere recepita solo a livello aziendale e sarà, quindi, esclusivamente legata alla disponibilità in tal senso delle singole banche che potranno comunque ricorrere alle prestazioni obbligatorie previste dal Fondo. E’ indispensabile quindi evidenziare che le dichiarazioni apparse sulla stampa che enfatizzavano il mantenimento della volontarietà non corrispondono alla realtà in quanto l’applicazione della stessa rimane soltanto una eventualità a discrezione delle aziende.
- La sensibile riduzione dell’importo dell’assegno di accompagnamento (8%-11%), introdotta per i lavoratori il cui calcolo pensionistico avverrà ancora con il metodo retributivo, rappresenta una gravosa e ingiustificata penalizzazione per i Colleghi interessati. Tanto più gravosa ed ingiustificata se si pensa che la riduzione dell’assegno va ad integrare, peraltro in misura parziale, quanto il Governo ha recuperato dalle Banche attraverso l’eliminazione delle agevolazioni fiscali di cui gli Istituti di Credito precedentemente beneficiavano.
- La possibilità di utilizzo dei cosiddetti contratti di solidarietà difensivi ed espansivi. I primi consentiranno alle aziende di decurtare lo stipendio dei lavoratori attraverso una riduzione dell’orario di lavoro che chiude anche qualsiasi prospettiva professionale sino a 36 mesi. I contratti espansivi permetteranno, invece, alle Banche di finanziare nuove assunzioni attraverso la riduzione dello stipendio e del tempo lavorato del personale già in servizio. Non si era mai visto che i lavoratori pagassero parte delle assunzioni! Si tratta – quindi – di solidarietà economica dei lavoratori nei confronti delle aziende, che non può essere, in nessun caso, confusa con la tanto sbandierata solidarietà generazionale. Esiste, inoltre, la possibilità che ai 36 mesi a stipendio ridotto possano poi aggiungersi anche i 5 anni di Fondo per un totale di 8 anni durante i quali le lavoratrici ed i lavoratori percepiranno una retribuzione fortemente decurtata.