PRESIDIO DIFRONTE LA SEDE DELLA REGIONE ABRUZZO (piazza Unione – Pescara)
24 Settembre 2021, ore 10,00 -12,30
MONTE DEI PASCHI-UNICREDIT, BANCA POPOLARE DI BARI, B.N.L., BPER, BANCA ISP
si ristrutturano a danno del territorio e le comunità locali non hanno presìdi bancari
Banca M.P.S.: Sciopero nazionale, il 24 settembre, delle lavoratrici e dei lavoratori che temono conseguenze per i livelli occupazionali, per le filiali che saranno cedute o chiuse in molti comuni, e per il mancato confronto col MEF, che non incontra le OO.SS. per l’ipotesi di fusione con Unicredit.
Banca Popolare di Bari: La più grande banca regionale del Centro Sud, che ha acquisito le banche regionali Banca Tercas e Banca Caripe, inizia la sua avventura di nuova Banca pubblica, dedicata al Mezzogiorno, chiudendo la maggior parte delle filiali in una delle regioni del Mezzogiorno.
BPER Banca: Ha incorporato ben tre banche locali (BLS, Carispaq e Serfina Banca) con conseguenti gravi impatti sulle economie locali – in termini di occupazione e di indotto -, e acquisito gli sportelli ex Unipol ed ex UBI; sceglie di seguire l’esempio dei maggiori istituti bancari e di ridurre ulteriormente sportelli e dipendenti.
BNL: Le lavoratrici e i lavoratori protestano contro il progetto di cessione di numerose lavorazioni e di circa 900 lavoratori e contro la chiusura di 150 agenzie su tutto il territorio nazionale, per mera riduzione dei costi, pur essendo BNL un’azienda in ottima salute. Continua lo spostamento del baricentro dell’azienda verso le zone più ricche del Nord Italia.
BANCA INTESASANPAOLO: La riorganizzazione, conseguente la fusione, tra Banca ISP ed Ubi si sta palesando come fortemente deleteria a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori e produrrà numerose chiusure, anche di Filiali “storiche”, ubicate in Comuni di alto valore simbolico.
I gruppi bancari nazionali operano in una logica di “profitti da commissioni”, e tutto ciò fa pensare a politiche aziendali di breve/brevissimo periodo. La raccolta e le masse creditizie, per finanziare le imprese locali, scarseggiano sempre di più.
Aumentano i Comuni senza più uno sportello bancario, rendendo ancor più difficoltosa la ripresa economica e ostacola gli sforzi dei cittadini e degli enti locali; molte delle località coinvolte dalle chiusure degli sportelli, fanno parte dell’area del cratere del terremoto, area destinataria di ingenti risorse, per le quali sarebbe necessaria e opportuna l’intermediazione di un Istituto di credito locale. In tutto ciò, non rileviamo l’attenzione da parte della Politica Regionale.
LE AZIENDE NON RICEVONO IL GIUSTO CREDITO, IL LAVORO SI PERDE E LE LAVORATRICI E I LAVORATORI NON HANNO FUTURO.
LA REGIONE ABRUZZO, LASCIA FARE?