L’Osservatorio sul precariato dell’INPS registra un forte rallentamento delle assunzioni cosiddette stabili (si ricorda che i nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati a partire dal 7 marzo 2015 sono comunque soggetti alla nuova disciplina del licenziamento, introdotta dal Jobs Act, che ha assunto la denominazione di “contratto a tutele crescenti”).
Dall’inizio dell’anno, seppur il saldo tra nuove assunzioni a tempo indeterminato (tutele crescenti) e le cessazioni è positivo per 82.071 unità, questo dato rappresenta una forte frenata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una drastica riduzione del 78%, ed addirittura rispetto allo stesso periodo del 2014 (che non beneficiava degli incentivi), con una diminuzione del saldo pari al 32,8%.
Come UNISIN abbiamo sempre denunciato non solo la pericolosità della riforma, con l’annientamento di fatto del diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo, ma anche il fatto che i dati delle assunzioni – nei primi rilevamenti dopo l’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti – fossero dopati dagli incentivi previsti dalla Legge di Stabilità 2015: azzeramento dei contributi previdenziali fino ad € 8.060 all’anno per tre anni per ciascuna nuova assunzione e stabilizzazione nel corso del 2015.
Da quest’anno, la Legge di Stabilità 2016 li ha ridotti ad uno sconto del 40% della contribuzione previdenziale fino ad un massimo di € 3.250 all’anno per due anni per ogni nuova assunzione/stabilizzazione effettuate nel 2016.
Riportiamo nel grafico allegato (fonte INPS) i dati più interessanti.
Nel contempo, è necessario ribadire come la politica di questo Governo nei confronti dei Lavoratori appaia, con sempre maggiore evidenza, mirata alla destrutturazione dei più importanti diritti; una politica che alimenta la precarietà, una politica che introduce la schiavitù, una politica che ha sacrificato almeno una generazione di Cittadini, una politica che aumenta la disoccupazione giovanile, una politica che aggrava il senso di disperazione e che porta le Persone a perdere fiducia nel futuro.
Dopo avere introdotto il libero licenziamento immotivato, dopo avere mantenuto un sistema che permettesse ai cosiddetti “voucher”, attraverso un uso distorto, di aumentare la precarietà e lo sfruttamento e dopo avere tenuto in vita una deregulation sugli appalti che esclude ogni responsabilità per l’appaltante, ora emerge che la “riforma” ha anche cancellato il reato di somministrazione fraudolenta che, come noto, andava a colpire quelle aziende che creavano finte società (spesso cooperative) all’interno delle quali ai Dipendenti venivano offerti contratti capestro che prevedevano retribuzioni ridotte, bypassando anche le norme e gli accordi su orari di lavoro, ecc.
Proprio a causa del decreto attuativo del Jobs Act sul riordino dei contratti, entrato in vigore nel 2015, la somministrazione fraudolenta oggi non configura più reato che, fra le altre cose, dava anche il potere agli Ispettori del lavoro che coglievano le imprese in flagranza, di far assumere i Dipendenti vittime di questi sfruttamenti.
Con la riforma delle norme sul lavoro, l’obbligo di assunzione viene quindi sostituito da una “semplice” sanzione di carattere economico, sicuramente più elevata rispetto al passato favorendo così le entrate dello Stato, ma che cancella il diritto al posto di lavoro per il Lavoratore interessato.
È impietoso il dato del Ministero del Lavoro che quantifica le esternalizzazioni fittizie (tra le quali la somministrazione fraudolenta) in 9.620 lavoratori coinvolti pari al 16% in più dell’anno precedente ed assieme a questo dato non si può fare a meno di sottolineare come l’abolizione del reato di somministrazione fraudolenta abbia prodotto l’immediata decadenza dei procedimenti sanzionatori già in corso.
Ancora una volta UNISIN denuncia in maniera chiara e trasparente i danni ai Cittadini del nostro Paese che la tanto strombazzata riforma conosciuta come Jobs Act sta producendo in termini di incentivo allo sfruttamento ed alla precarietà.
Sono forse questi i posti di lavoro che secondo il Governo si sarebbero dovuti creare attraverso l’attacco ai diritti dei Lavoratori?