Si è svolto oggi l’incontro con il Responsabile della Divisione Banca dei Territori Stefano Barrese dedicato al Piano d’Impresa 2022-2025, già oggetto di una prima illustrazione alle Organizzazioni Sindacali.
L’incontro ha rappresentato l’occasione per ottenere gli approfondimenti sulla specifica Divisione a partire dalla creazione di IsyBank, che ne rappresenta secondo le dichiarazioni aziendali un elemento qualificante.
IsyBank sarà una struttura societaria creata a partire da Banca 5, che pertanto cambierà nome e si trasformerà nella nuova realtà, a cui saranno conferiti circa 4 milioni di clienti.
Si tratterebbe di clienti caratterizzati da attività di tipo transazionale, indicativamente di età inferiore a 65 anni, già orientati al digitale e quindi con scarsa consuetudine all’accesso alle filiali fisiche.
Secondo le informazioni ricevute, IsyBank è destinata a rimanere una struttura snella, non direttamente operativa nella relazione con la clientela, in sostanza una fintech.
I clienti di IsyBank, oltre all’APP, potranno fruire di altri strumenti della strategia distributiva di ISP come ad esempio:
– la partnership con Mooney,
– una rete di bancomat evoluti,
– l’assistenza in remoto prestata da circa 400 colleghi (FTE) assegnati alla “Filiale digitale”.
La Filiale Online (FOL) quindi sarà ridenominata “Filiale digitale” e verrà potenziata: oltre agli attuali 2.000 dipendenti circa vi verranno destinate almeno 1.800 persone, contestualmente alle varie fasi di chiusura delle 1.050 filiali.
Nel corso del 2022 verrà creata l’infrastruttura IsyBank e si darà corso alla chiusura di filiali per numeri contenuti. Le chiusure proseguiranno per cifre più rilevanti (un terzo per ciascun anno) nel periodo 2023-2025.
All’interno delle filiali già esistenti saranno realizzati circa 200 nuovi punti operativi (120/130 Exclusive, 10 Imprese, 20 Agribusiness, 30 Impact e ulteriori filiali remote).
L’azienda ha rinnovato le rassicurazioni sulla tenuta occupazionale che erano state espresse anche dal CEO Carlo Messina.
Per parte sindacale abbiamo ribadito che:
– l’obiettivo di una drastica riduzione del cost/income della Divisione BdT non deve essere il presupposto per un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro e di una politica di riduzione del costo del personale;
– la prospettiva di assegnazione di sole 400 risorse FTE per la gestione di 4 milioni di clienti pone il problema, peraltro di carattere generale, della equa ripartizione degli organici necessari a far fronte ai carichi di lavoro;
– è indispensabile un concreto impegno dell’azienda volto al miglioramento del clima aziendale finalizzato a porre fine alle pressioni commerciali esasperate;
– la gestione e la concessione dello Smart working devono diventare uno strumento di conciliazione utile a rendere più vivibili gli ambienti di lavoro anche in Banca dei Territori e non solo una soluzione organizzativa volta al risparmio dei costi;
– la riconversione professionale legata al cambiamento di mansione che riguarderà migliaia di persone non deve comportare perdita di professionalità, ma al contrario essere accompagnata da adeguati processi formativi, rispettosi dei tempi delle colleghe e dei colleghi, che possano tradursi in un percorso di crescita.
Come abbiamo già evidenziato dopo l’incontro con la COO Angeletti, a maggior ragione dopo l’incontro con Barrese e come confermatoci dagli stessi, riteniamo fondamentale per gestire le ricadute di un Piano così impegnativo, la centralità delle relazioni industriali e una efficace contrattazione che ci vedrà impegnati ai tavoli opportuni per rivendicare le adeguate tutele.