Le Nuove Norme per l’Anno 2020
Come noto, le Lavoratrici ed i Lavoratori (iscritti ad una delle gestioni INPS) che hanno conseguito la laurea possono riscattare i periodi relativi ai corsi di studio universitari, effettuati prima dell’ingresso nel mondo del lavoro, al fine di integrare il requisito dell’anzianità contributiva ai fini pensionistici.
Le norme, già in vigore nel 2019, prevedono il riscatto agevolato per consentire ai Lavoratori laureati di recuperare gli anni di studio universitario ai fini del conseguimento del requisito contributivo per l’accesso alla pensione. Il periodo massimo dei corsi di studio riscattabile è fissato in cinque anni e il cosiddetto “periodo fuori corso” non è riscattabile.
Con l’entrata in vigore dell’ultima Legge di bilancio, dal 2020 anche i Lavoratori con più di 45 anni di età possono fruire del riscatto agevolato. Infatti, mentre in precedenza potevano fruire di tale possibilità solo i Lavoratori con meno di 45 anni di età, ora possono fare richiesta di riscatto agevolato anche “gli over 45” a condizione che gli stessi:
1) alla data del 31/12/1995 abbiano versato meno di 18 anni di contributi e in ogni caso abbiano versato 15 anni di contributi all’atto della richiesta di riscatto agevolato della laurea;
2) abbiano versato almeno 5 anni di contributi con il sistema contributivo (art. 1, comma 23, Legge n. 335/1995);
3) optino per la liquidazione dell’assegno della pensione con il “metodo contributivo puro”.
Per riscattare gli anni di laurea ai fini contributivi, il lavoratore deve presentare apposita domanda online all’Inps, anche attraverso il tramite di un CAAF, di Patronato o altro intermediario abilitato. Per il 2020 il costo del riscatto – che varia di caso in caso anche per effetto della retribuzione lorda annuale del singolo richiedente – di un anno di contributi per studi universitari parte da euro 5.200,00 circa.
In ogni caso, prima di completare l’iter relativo alla domanda di riscatto agevolato dei periodi di studio universitario e procedere al pagamento di quanto dovuto, ricordiamo che il Lavoratore ha la possibilità di verificare se l’impegno economico risulta vantaggioso o meno e, quindi, decidere se confermare o meno la scelta.
In linea generale e solo a titolo puramente esemplificativo, possiamo ricordare che:
a) una valutazione attenta va fatta da chi potrebbe usufruire del “metodo misto” per il calcolo dell’ammontare dell’assegno di pensione e che per effetto della scelta di voler riscattare i periodi di studio universitario è costretto a passare al “metodo contributivo”, con conseguente diminuzione dell’assegno rispetto al già menzionato “metodo misto”. A maggior ragione, per chi è vicino alla pensione (con versamenti significativi di contributi nel regime retributivo) e vuole procedere al riscatto agevolato della laurea, è necessario capire in che misura si ridurrà il proprio assegno pensionistico (attenzione, il ricalcolo con il “metodo contributivo”, come nel caso del sistema “opzione donna”, può abbattere l’ammontare della propria pensione, rispetto al “sistema misto”, anche fino al 50%);
b) è utile ricordare che chi opta per il “metodo contributivo” perde il diritto all’accesso anticipato alla pensione riservato alle Lavoratrici ed ai Lavoratori disabili (con invalidità pari almeno all’80% e con almeno un contributo accreditato entro il 31/12/1995) che prevede per le donne il requisito anagrafico di 57 anni, e per gli uomini 62 anni di età, e almeno 20 anni di contributi versati;
c) è, infine, da tenere in considerazione che i Lavoratori con reddito alto, che scelgono il passaggio al “metodo contributivo” al fine di accedere al riscatto in questione, ricadono nel limite massimo di versamento della contribuzione previdenziale. In pratica il Datore di lavoro e il Lavoratore cesseranno di versare i contributi oltre il valore del massimale stabilito per Legge (il massimale annuo della base contributiva per l’anno 2020 è fissato ad euro 103.055,00).