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Istituto Nazionale Previdenza Sociale
E’ bene ricordare che,
in questa appena descritta situazione di patologie
croniche a supporto terapeutico costante
,
spesso non sussiste neppure
specifica incapacità al lavoro
: anzi, la prestazione lavorativa può essere
assicurata proprio per il fatto che si assume per un tempo indefinito un qualsiasi
farmaco che sia idoneo ad emendare lo stato di malattia o a prevenirne gli effetti
più drammatici, risultando pertanto indispensabile.
Ben diverso concetto è quello della “
TERAPIA SALVAVITA
” dove è
implicitamente esclusa ogni forma di somministrazione cronica del farmaco che,
per contro, deve di necessità essere assunto episodicamente per emendare un
pericolo di vita attuale e causalmente dovuto a patologia grave in atto
estrinsecante il pericolo di vita o l’intensa compromissione acuta del complessivo
stato di salute (
ad esempio, gli scompensi acuti che, se non altrimenti e
prontamente curati, provocano il coma e la morte in un progressivo avvitamento
in pejus di eventi.
Non anche, per contro, stati diabetici insulinodipendenti né tanto meno day
hospital collegati a periodici accertamenti, anche se indispensabili al
monitoraggio
della
malattia;
collagenopatie
in
terapia
con
immunosoppressivi/terapie biologiche; interventi di chirurgia plastica ricostruttiva
anche se successivi a importanti demolizioni corporee da altre cause; interventi
chirurgici che richiedano anestesia generale laddove non significa assolutamente
che ne sia sottesa una grave infermità, per la quale la legge prevede di entrare
nel merito della “natura”, poiché
l’anestesia di per sé è solo un mezzo per privare
l’atto operatorio del dolore ed è condotta in via generale o locale per varie
motivazioni
).
In avversa ipotesi, come altrove anticipato, sarebbe esentata dall’obbligo di
reperibilità
sempre e comunque
la maggior parte dei lavoratori e per la totalità
della c.d. “vita attiva”.
In pratica, la sottile differenza semantica fra
T
ERAPIA
V
ITALE
e
T
ERAPIA
S
ALVAVITA
parrebbe ben essere equiparata a quella esistente fra
terapia
preventiva
e
terapia emendativa
:
la
prima
, infatti, mira a prevenire -
mediante la regolare assunzione - il verificarsi di eventi peggiorativi lo statu quo
ante, a mitigare l’effervescenza sindromico-funzionale della malattia e a