Nella serata di venerdì, 26 luglio, le Organizzazioni sindacali del Gruppo UBI e le rispettive Segreterie Nazionali hanno ricevuto la comunicazione formale – tramite due distinte lettere informative – dell’avvio di un processo di esternalizzazione consistente nel «trasferimento dei rami d’azienda di UBI sistemi e Servizi S.c.p.a., relativi alle attività di:
– Cassa Centrale, Assegni, Bonifici, Corporate banking interbancario, Tributi e Previdenza, Trasferimento servizi di pagamento, Carte, Attivazione e cancellazione ipoteche;
– Archivio Casellario e Spedizioni».
Le operazioni coinvolgono le piazze di Bari, Bergamo, Brescia, Chieti, Cuneo, Jesi, Milano e Pesaro.
A pochi giorni dalla notizia di un nuovo, rilevante piano di chiusura sportelli, esprimiamo estrema contrarietà verso questa ennesima decisione assunta in maniera del tutto unilaterale, che a nostro giudizio non è coerente con l’impegno assunto con precedenti intese dalle Parti volto a “consentire che la gestione dei processi di riduzione di organico previsti dal Piano avvenga mediante soluzioni interne al Gruppo”.
Giudichiamo grave la scelta di annunciare questo progetto anticipatamente e fuori dal nuovo Piano industriale (di cui l’Amministratore Delegato ha già dato notizia), e – come se non bastasse – durante il confronto per il rinnovo del Contratto nazionale, la cui Piattaforma rivendicativa pone come centrali i temi della tenuta occupazionale, nonché del contrasto e del “governo” dei processi di esternalizzazione.
Su questi temi ci confronteremo con le Segreterie Nazionali per una valutazione congiunta in vista dell’apertura del confronto. Un confronto da cui dovranno scaturire soluzioni adeguate per la difesa dell’occupazione e delle professionalità, nel riconoscimento e nel rispetto della centralità della persona.