In data 25 gennaio 2016 UBI Banca ha fornito la preventiva informativa alle OO. SS. relativa agli interventi da attuare anche sulla Rete Commerciale – presumibilmente a partire dalla fine del prossimo mese di marzo – che prevedono la chiusura di 49 sportelli dislocati in tutte le Banche del Gruppo.
Per il Segretario Generale di Unità Sindacale, Emilio Contrasto, “è un ulteriore chiaro segnale che va, purtroppo, nella direzione di ridimensionare la presenza di Ubi in tutti i territori. Tale ridimensionamento, per come già peraltro verificatosi nel passato, stride fortemente con la tanto auspicata attuazione di politiche di rilancio e sviluppo di medio e lungo periodo. Ci troviamo di fronte ad interventi di brevissimo respiro che mirano al solo, e fine a se stesso, contenimento dei costi, a tutto discapito della possibilità di maggiore business che le Banche del Gruppo Ubi possono potenzialmente ancora esprimere”.
Per il Segretario di UNISIN inoltre “gli interventi in questione si allontanano da un nuovo modello di banca da tempo richiesto dal Sindacato, molto meno commerciale e speculativo ed in grado di recuperare quei valori necessari anche a sostenere l’economia italiana soprattutto nella sua fase di rilancio.”
Queste chiusure arrivano poco dopo misure analoghe già adottate che, per il Vice Segretario Generale Area Nord di UNISIN del Gruppo UBI Banca, Natale Zappella, vanno a indebolire la banca: “Per UNISIN la creazione stabile di valore per tutto il Gruppo UBI non si può perseguire solo con politiche di abbattimento dei costi e soprattutto in assenza di un chiaro e concreto progetto di sviluppo incentrato sul ruolo di Banca del Territorio. A distanza di pochissimo tempo, ci viene riproposto l’ulteriore pacchetto d’interventi finalizzato alla ridefinizione del modello organizzativo che prevede ancora la smobilitazione, nelle Banche del Gruppo, di sportelli e strutture operative. A nostro avviso, i continui interventi di chiusura degli sportelli, e conseguentemente l’abbandono dei territori serviti, indeboliscono la capacità produttiva complessiva di Ubi Banca.”
Le misure annunciate da Ubi colpiranno in modo particolare, come già avvenuto in passato, il Sud, come sottolinea il Vice Segretario Generale Area Sud di UNISIN del Gruppo UBI Banca, Gianfranco Suriano: “Gli interventi preannunciati evidenziano il solito comune denominatore, la chiusura di sportelli in Banca Carime, la Banca meridionale del Gruppo. Infatti, sono ben 11 gli sportelli che chiuderanno i battenti: 1 in Campania, 1 in Basilicata, 4 in Puglia e 5 in Calabria. Quest’ulteriore manovra di smobilitazione segue la chiusura, avvenuta nel 2012, di altri 24 sportelli nei territori meridionali. In pratica, dal 2006 ad aprile 2016, la rete sportellare di Banca Carime passerà da 325 sportelli a 233. Basta tale dato per evidenziare come la Banca meridionale del Gruppo Ubi abbia subito un vera e propria spoliazione della propria capacità produttiva. La tanto sbandierata politica d’investimento anche sui territori meridionali da parte di UBI, finalizzata a recuperare e consolidare il ruolo di Banca di riferimento a 360 gradi, è rimasta solo una intenzione che non trova riscontro nella realtà dei fatti. E così un’importante Gruppo bancario priverà, ancor di più, migliaia di cittadini del mezzogiorno della necessaria ed adeguata assistenza bancaria.”