Lettera dei segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin al ministro dell’Interno: timore per tensioni nelle banche in vista delle richieste dei finanziamenti garantiti dallo Stato col decreto legge 23 del 2020. «Alcune banche non pronte, rischio di violenza contro le lavoratrici e i lavoratori bancari, occorre rafforzare la sicurezza sociale»
Roma, 18 aprile 2020. «Chiediamo, di nuovo, al Suo Ufficio e alle Forze dell’ordine un intervento volto a rafforzare la sicurezza sociale, a tutela della sicurezza di chi si trova sui posti di lavoro e della clientela bancaria tutta». È quanto scrivono al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, i segretari generali dei sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi, Emilio Contrasto – spiegando che «lunedì mattina partiranno le procedure per erogare i finanziamenti garantiti dallo Stato, introdotti col decreto legge n. 23 dell’8 aprile 2020, per poter aiutare imprese e professionisti in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid19». Nella lettera, inviata per conoscenza anche a tutti i prefetti d’Italia, Sileoni, Colombani, Calcagni, Masi e Contrasto scrivono che «secondo le informazioni in nostro possesso, alcune banche non sono ancora pronte, poiché non hanno predisposto le circolari interne né hanno modificato le procedure per poter accogliere le richieste da parte della clientela. Tale situazione potrebbe generare tensione fra i clienti che si recheranno nelle filiali bancari, sfociando in fenomeni di violenza che già sono stati registrati, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, in queste ultime settimane. Monitoreremo costantemente la situazione sull’intero territorio nazionale e denunceremo prontamente situazioni critiche e pericolose così come faremo i nomi delle banche che effettivamente si riveleranno impreparate».