600 delegate e delegati sindacali del settore bancario provenienti da tutto il nord Italia sono attesi giovedì 30 gennaio al Teatro Carcano di Milano, dove a partire dalle ore 10 del mattino si terrà un’assemblea con la partecipazione dei Segretari Nazionali delle 5 sigle sindacali firmatarie dell’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale di settore che interessa 278.000 addetti, di cui una parte significativa lavora a Milano.
Da lì prenderanno il via le assemblee, che da inizio febbraio a metà marzo si terranno in tutte le aziende, dove i sindacati illustreranno le novità previste dall’ipotesi di accordo siglata il 19 dicembre 2019 con ABI – l’associazione di categoria delle imprese bancarie – a lavoratrici e lavoratori, che saranno chiamati a esprimersi anche con un voto sul rinnovo del loro contratto di lavoro.
Innovazione tecnologica e organizzativa, aumenti salariali, più tutele e nuovi diritti per gli addetti del settore sono i principali elementi trattati in questa tornata contrattuale.
L’innovazione tecnologica è un tema centrale, con l’introduzione nel nuovo contratto di una “cabina di regia”, dove imprese e sindacati si confronteranno per dare risposte “d’anticipo” ai cambiamenti che investiranno il settore finanziario nei prossimi anni; il nuovo testo già contempla un capitolo che definisce un quadro normativo specifico per il lavoro agile, lo smart working, una pratica organizzativa già molto diffusa nelle aziende del settore, che consente ai dipendenti di lavorare per uno o più giorni la settimana in luoghi diversi dall’ufficio di assegnazione, anche da casa. Viene inoltre introdotto, per la prima volta nei contratti di lavoro del nostro paese, il “diritto alla disconnessione”, cioè la possibilità di non dover rispondere a mail e cellulare fuori dall’orario di lavoro; un diritto importante in un settore dove un numero sempre maggiore di addetti viene dotato di cellulare e tablet aziendali, dispositivi che mettono le persone al lavoro in ogni luogo e in ogni momento della loro giornata.
A queste novità si aggiunge un aumento salariale medio di 190 euro mensili, l’abrogazione del livello retributivo di inserimento professionale, che penalizzava i colleghi più giovani, l’istituzione della “banca del tempo”, un’estensione dei diritti e maggiori tutele, sia sul versante collettivo sia su quello individuale, su numerose materie di natura più “tradizionale” (perimetro contrattuale, appalti, pari opportunità, part-time, maternità e paternità, unioni civili, disabilità, gravi malattie, formazione, provvedimenti disciplinari…).
Un rinnovo di contratto nel segno del miglioramento complessivo, in un quadro di cambiamento e innovazione, che i sindacati auspicano possa essere di traino per le altre categorie, dove per il lavoro – qualunque esso sia – ci devono essere più salario, più tutele, più diritti e più stabilità.