I vertici del Gruppo Ubi Banca hanno presentato ieri alle Organizzazioni Sindacali il Piano Industriale 2020-2022 annunciando una riduzione di circa il 10% delle risorse (2.030 lavoratrici/tori) con un parziale ricambio generazionale, la chiusura di circa 175 filiali e la riduzione del 35% degli sportelli “full cash”.
Le uscite includono le 300 già concordate con i sindacati a gennaio.
Inoltre, è prevista una massiccia riqualificazione per ulteriori 2.400 risorse anche in ottica di potenziamento delle strutture dedicate ai nuovi canali digitali.
L’insieme di tali misure ed il numero delle risorse coinvolte ci consegna il difficile e sfidante disegno di come il Gruppo intende declinare il cambiamento necessario ad affrontare la competitività nel settore.
Capiremo i reali impatti solamente una volta che ci verrà fornita la comunicazione di Informativa sindacale nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda gli aspetti economici del Piano si registra una ragionevole prudenza, anche nell’individuare i possibili margini di crescita: altrettanto non possiamo dire degli obiettivi di riduzione del personale che generano forte preoccupazione per le organizzazioni sindacali. E’ vero che finora abbiamo gestito le fuoriuscite di personale attraverso accordi che sancivano la volontarietà ma, nel 2019, abbiamo anche assistito alla cessione di colleghi ad aziende esterne al Gruppo. Una vicenda governata dal buon accordo sindacale che ha prodotto adeguate garanzie occupazionali per i colleghi, ma che non vogliamo si ripeta.
La riduzione di personale prospettata, inoltre, nell’esprimere numeri molto elevati, assume ancora più rilevanza se rapportato alla richiesta sindacale unitaria di negoziare, nei piani industriali, un’assunzione ogni due fuoriuscite. I livelli occupazionali andranno salvaguardati così come il presidio del Gruppo nei territori, soprattutto quelli più svantaggiati del Paese.
Le ambizioni del Piano Industriale sulla innovazione digitale e il conseguente impegno nella riqualificazione del personale esigono però un ulteriore salto di qualità nelle relazioni sindacali del Gruppo UBI, già positive, che sempre più dovranno improntarsi alla massima trasparenza ed alla linearità dell’informativa: requisiti irrinunciabili anche alla luce di quanto stabilito nel recente rinnovo del CCNL in ABI in tema di “Cabina di regia”, ovvero del luogo di confronto tra banche e Sindacato sui processi di innovazione tecnologica.
La centralità della persona, i temi della responsabilità d’impresa e la sua sostenibilità sociale (che apprezziamo abbiano trovato il giusto spazio nel Piano Industriale) insieme anche alle nuove regole del CCNL, saranno fondamentali al buon esito della trattativa che si svilupperà nei prossimi mesi.