“Oramai è un insopportabile refrain. Anche il Governatore di Banca d’Italia Visco si unisce al coro, dopo il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell’Economia, per dichiarare che i lavoratori bancari sono troppi” commenta Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN, sindacato autonomo del settore del credito.
“Dobbiamo ancora una volta ricordare, gridandolo sempre più a gran voce, che nel corso degli ultimi 15 anni il numero dei lavoratori bancari si è ridotto di diverse decine di migliaia, così come si è ridotto il numero di sportelli” precisa Contrasto, che continua affermando che “il sistema bancario italiano è, invece, gravemente in ritardo sul piano della digitalizzazione e dell’innovazione rispetto ai competitors internazionali, come del resto lo è il Paese. Questo evidenza che il problema non è il sovrannumero di lavoratori – ai quali dovrebbero invece essere destinati investimenti in formazione, aggiornamento e riqualificazione professionale – bensì l’incapacità del management di innovare il modello di banca, argomento sul quale come Sindacati da anni e con molta fatica invochiamo l’apertura di un confronto da cui l’ABI e le Banche continuano a sottrarsi”. Per Contrasto, inoltre, “bisogna ripensare il ruolo stesso del bancario, elevandone la professionalità e, dunque, riconoscendone e valorizzandone le competenze per servizi di migliore qualità ed a maggior valore aggiunto e non mortificandolo come invece, pare voglia fare la nostra controparte ed ora anche il Governo e la Vigilanza. Su questo piano il Sindacato rilancia la sfida!”.
Il Segretario Generale di UNISIN non manca di precisare come “seppur in passato Banca d’Italia non ha mancato di sottolineare, seppur molto velocemente, che i board, gli organismi di amministrazione delle banche, siano spesso pletorici, costosi e non ispirati a criteri di professionalità e competenza, oggi il Governatore si limita a richiamare l’attenzione su una presunta sovrabbondanza di lavoratori. Non un intervento concreto, finora, sull’inadeguatezza professionale degli amministratori, né una parola sulle responsabilità del management e della stessa Vigilanza anche di fronte, solo per citare i casi di attualità, a 6 banche in crisi dove la cattiva amministrazione e l’assenza di ogni controllo sono palesemente le principali cause dei problemi”.
Per Contrasto, ciò che rende “insopportabile questo coro – sicuramente non casuale ma frutto di un disegno coordinato – è che a pagare sono sempre ed esclusivamente i lavoratori, gli unici a metterci la faccia di fronte ai clienti (spesso anch’essi vittime) e all’opinione pubblica e spesso erroneamente individuati come colpevoli o complici, mentre per amministratori e manager (e per la stessa Vigilanza) ci si ostina a non perseguire azioni di responsabilità e, anche di fronte a pessimi risultati, si assiste alla crescita di stipendi e premi. Ora, giusto per non farsi mancare nulla, alle tradizionali ricchissime buonuscite vediamo affiancarsi il nuovo, anch’esso tanto ricco quanto insopportabile fenomeno, dell’entry bonus, che va assolutamente frenato”.
“E’ inoltre allarmante – conclude il Segretario Generale di UNISIN – come Governo e Bankitalia arrivino con enorme ritardo a riconoscere e denunciare i rischi e le ricadute negative, a livello sistemico, di un meccanismo quale il bail in, dopo che a livello europeo è stato dato un frettoloso assenso – o peggio si sono invocate regole più stringenti dopo i fallimenti di alcune banche di oltre oceano – senza tenere in debita considerazioni le peculiarità del sistema creditizio nazionale e gli impatti sul piano sociale”.