Nell’ambito del confronto per la definizione di un accordo nazionale in tema di politiche commerciali e organizzazione del lavoro per politiche commerciali corrette, in linea con l’articolo 53 del Contratto Nazionale, che metta al bando le pressioni commerciali, l’ABI ha presentato oggi alle Organizzazioni Sindacali il documento elaborato con le Organizzazioni stesse in sede di Commissione Tecnica, che costituisce comunque una bozza di lavoro solo parzialmente condivisa e ancora da completare in tutte le sue parti.
Le Segreterie Nazionali, premesso che l’obiettivo del sindacato è quello di salvaguardare i lavoratori tutelando i comportamenti legittimi della banche, hanno denunciato il perdurare di improprie e vessatorie pressioni commerciali, che assumono caratteristiche ancor più inaccettabili quando comportano – come purtroppo accade – minacce dirette nei confronti dei singoli colleghi e colleghe.
Il sindacato ha insistito con forza sull’importanza del tema in discussione e sul valore che avrebbe un accordo per il sistema ed i lavoratori, in termini di ripristino di fiducia e di reputazione, sottolineandone una rilevanza paragonabile al confronto su un tema di Contratto Nazionale.
Questo perché lavoratori e lavoratrici vivono nelle aziende una situazione di enorme stress, che finisce per incidere sull’essenza stessa del rapporto tra la banca e i lavoratori, oltre che tra la banca e la sua stessa clientela, minando alla base la fiducia verso il settore bancario.
Ecco perché, secondo le OO.SS., occorre discutere nel merito e irrobustire le condizioni per un accordo vero, esigibile, non fine a se stesso ma efficace per affrontare punti determinanti, che vanno dalla sanzione dei comportamenti illegittimi, fino alla costruzione di sistemi incentivanti che, anche in relazione alle recenti evoluzioni delle indagini della Magistratura, eliminino collegamenti diretti tra questa parte di salario non contrattata e la vendita di prodotti finanziari, fatta attraverso politiche commerciali dissennate e campagne prodotto.
Infatti, il superamento di comportamenti organizzativi illegittimi e la diffusione della cultura delle regole debbono essere raggiunti, in primo luogo, tramite un’attenta politica di prevenzione che si sostanzi anche nel coinvolgimento, tramite le Organizzazioni Sindacali, dei dipendenti nel ruolo dei controlli a più livelli, e, se ciò non fosse sufficiente, con strumenti che possano garantire l’efficacia dell’accordo e porre un freno a tutte quelle azioni che non sono in linea con quanto deciso a livello di accordo nazionale.
A questo proposito le Segreterie Nazionali hanno evidenziato l’importanza dell’aspetto culturale dell’accordo, sotto il profilo informativo, formativo e di comunicazione, chiedendo di implementarlo perché abbia una funzione di deterrenza, oltre quella già prevista di prevenzione, e di individuare un dirigente della banca o del gruppo che possa essere Responsabile dell’applicazione del protocollo e delle intese aziendali, quale punto di riferimento e terminale, a livello aziendale, per la delicata materia di cui stiamo trattando.
Anche per questo motivo, il sindacato non è favorevole a istituire l’ennesimo osservatorio nazionale, ma ritiene si debba procedere all’istituzione di una vera e propria commissione paritetica nazionale con chiare competenze e capacità di intervento e di interlocuzione con omologhe commissioni di Gruppo o di Azienda, aggiungendo al protocollo i temi dell’organizzazione del lavoro, dell’indagine di clima, dei sistemi incentivanti, delle campagne prodotto, delle modalità condivise di monitoraggio e analisi dei dati commerciali.
A questo punto del confronto, è inoltre da chiarire se l’ABI intende, vuole e può, sottoscrivere un accordo valido per tutte le banche che aderiscono all’Associazione.
L’ABI ha sottolineato come le sanzioni non siano la panacea di tutti i mali e che, al di là di comportamenti eclatanti, la grande maggioranza delle centinaia di migliaia transazioni che si svolgono giornalmente nelle banche italiane si sviluppano con correttezza e trasparenza. Ha anche sottolineato come già esistano buoni accordi a livello aziendale e di gruppo in tema di politiche commerciali, accordi che rappresentano una sorta di secondo livello di contrattazione sulla materia che va adeguatamente difeso e valorizzato.
Su questo ultimo punto in particolare il sindacato non può che concordare, lamentando però nel contempo il fatto cha a buoni accordi stipulati a livello decentrato spesso non corrispondano, da parte delle aziende, conseguenti attività per il loro puntuale rispetto.
In conclusione, l’ABI ribadendo la disponibilità a giungere ad un’intesa, ha condiviso la proposta del sindacato di procedere a una definizione puntuale in Commissione Tecnica dei temi affrontati oggi, per riservare e risolvere al tavolo negoziale i punti che vedranno ancora differenti posizioni tra le parti.
Un ulteriore incontro in plenaria è stato quindi previsto per martedì 24 gennaio 2017, durante il quale le Parti auspicano di raggiungere un accordo utile ed efficace per tutte le lavoratrici ed i lavoratori del credito.
Per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica le preoccupazioni dei lavoratori del settore, per la dignità del lavoro e la tutela del risparmio, a sostegno della vertenza sul tema delle pressioni commerciali e per presidiare il tema dell’occupazione, queste OO.SS. stanno organizzando un presidio sindacale a Milano il giorno 18 Gennaio 2017 sul quale daremo pronta informativa.