Dopo il licenziamento libero, dopo la precarietà a tempo indeterminato, dopo le tutele che invece di essere crescenti decrescono ed anzi spariscono, dobbiamo assistere all’ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori conquistati con decenni di lotte per affermare la dignità delle persone.
Il ministro Poletti ha infatti lanciato l’ennesima offensiva “occorre destrutturare le norme sull’orario di lavoro”, cercando di mettere fine ad uno dei principi cardine su cui si basa l’uguaglianza nel lavoro cioè quella per cui a parità di lavoro corrisponde parità di salario. Il Ministro, infatti, vorrebbe far passare in secondo piano, se non “abolire”, l’orario di lavoro come unità di misura per calcolare lo stipendio, andando a sostituirlo con chissà quali alchimie per arrivare ad una sorta di quantificazione della prestazione – astratta e datoriale a questo punto – dalla quale far scaturire il compenso per il lavoratore.
Su tale questione, il Segretario Generale di UNISIN Emilio Contrasto interviene precisando che “UNISIN denuncia con forza la deriva del diritto ed i danni che i continui ed innumerevoli attacchi portati dal governo arrecano al mondo del lavoro e sottolinea con decisione come tra le promesse del ministro ed i risultati ottenuti dallo stravolgimento della figura del lavoratore ci sia ben poco da cantare vittoria dal punto di vista della civiltà”.