I MAYA E L’ALBA DEL NUOVO MONDO
Deborah Lentini
Se digitiamo “anno 2012” su Internet, ci addentriamo in un calderone di svariate quanto colorite supposizioni su quanto accadrà in quell’anno, che vanno dall’inversione dei poli magnetici ad immani catastrofi causate da un probabile spostamento dell’asse terrestre. Questa data è riferita ad una previsione che la civiltà Maya fece più di 5000 anni fa. La profezia non ci indica tale data come fine del mondo, ma come la conclusione di un “anno galattico”.
È bene ricordare che i Maya – grandi studiosi di astronomia – sapevano già che la Terra girava intorno al Sole. Così come – stando ai loro studi – tutto il sistema solare girava intorno alla galassia. Inoltre, secondo la cultura astronomica Maya, il giro completo del sistema solare intorno alla galassia aveva una durata di 25625 anni ed era chiamato “anno galattico”. Sabato 21 dicembre 2012 – per gli astronomi Maya – termina un “anno galattico”. La profezia ci dice che vi saranno grandi cambiamenti, climatici per quanto riguarda il nostro pianeta e di ordine spirituale tra gli esseri umani. Ma il mondo, dopo quella data, continuerà ad esistere e a vivere. Per comprendere qualcosa di più dell’argomento è bene fare un passo indietro e tentare di capire chi fossero i Maya o meglio quali importanti studi abbiano effettuato.
La civiltà Maya raggiunse traguardi scientifici notevoli. Per contare gli anni, utilizzavano stelle e pianeti. Essi divisero il tempo in una serie di cicli che cominciavano dalla nascita di Venere. Ogni ciclo durava 1 milione e 872 000 giorni. Il ciclo che ora stiamo vivendo ha avuto inizio il 13 agosto dell’anno 3114 prima di Cristo e finirà il 21 dicembre 2012 dopo Cristo. I Maya erano del tutto sicuri dell’attuale ciclo – definito anche “Età dell’oro” – ed erano altrettanto convinti che fosse l’ultimo. “Quando il mondo avrà completato questo ciclo –dicevano – finirà fra disastrose inondazioni, terremoti e incendi”. In molte religioni ci sono profezie che coincidono nell’affermare che stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile, che annuncia un passaggio dell’umanità verso una nuova era.
I Maya, avevano previsto tutto questo, in modo ampiamente documentato e scritto. Facendo uno studio scientifico e religioso sul funzionamento dell’Universo erano riusciti a leggere nelle leggi imperscrutabili del cosmo, a scoprire gli effetti e le cause.
Quali gli effetti che provochiamo, noi, alla Terra, alla galassia, al cosmo, con il nostro comportamento e quali gli effetti dei movimenti degli astri sul nostro comportamento.
Quello che resta incomprensibile è com’è possibile che da un calendario si possa desumere tutto questo? Allora spieghiamo, brevemente, cosa significa il calendario per i Maya.
Esso è costituito da 9 elementi fondamentali: il giorno che si chiama Kin (ogni giorno ha un proprio nome e quindi ci sono diversi Kin). Uinal sono i mesi: di 20 giorni ciascuno, più un mese aggiuntivo di 5 giorni per arrivare a 365. Non aggiungevano un giorno ad un mese ogni 4 anni come facciamo noi, ma tutti gli anni c’era un mese di 5 giorni. Poi c’era il Tun che equivale all’anno di 365 giorni, il Katun che sono 20 anni, cioè 20 Tun, il Baktun ed altre definizioni temporali. Si tratta di un calendario così preciso da prevedere l’eclissi solare dell’11 agosto 1999 con soltanto 33 secondi di ritardo rispetto all’evento realmente accaduto, previsto però dai Maya intorno al 3.000 a.C. ! Secondo i Maya ci furono cinque Ere cosmiche, corrispondenti ad altrettante civiltà.
Le precedenti quattro Ere (dell’Acqua, Aria, Fuoco e Terra) sarebbero tutte terminate con degli immani sconvolgimenti ambientali. Alcuni studiosi affermano che la prima civiltà – quella distrutta dall’Acqua – era Atlantide. Secondo il calendario Maya, l’attuale Età dell’Oro (la quinta), terminerà nel 2012. I cataclismi che caratterizzarono la fine delle Ere Maya furono causati da una inversione del campo magnetico terrestre, dovuto ad uno spostamento dell’asse del pianeta. La Terra, infatti, subirebbe periodicamente una variazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare.
Ciò provocherebbe scenari apocalittici. …”Terremoti, uragani e i mari investirebbero i continenti… La temperatura diverrebbe torrida e le rocce verrebbero liquefatte…” . Lo scenario descritto ed ipotizzato dallo storico Velikovsky – nel suo libro “Earth in Upheaval”- presuppone la fine della vita sul pianeta terra. Per molti può sembrare solo una congettura catastrofica, o un’ipotesi piuttosto fantascientifica. Ma è altrettanto vero che, nella storia dell’Universo eventi del genere si sono già verificati e potrebbero anche riproporsi. Se immaginassimo l’impatto di un asteroide di grosse dimensioni con il nostro pianeta, scenari del tipo sopra descritti non sarebbero tanto improbabili.
Recenti studi, hanno ribadito, comunque, il concetto che ciclicamente la terra subisce una specie di RESET per dare inizio ad una nuova era. Barrios, storico, antropologo e ricercatore del settore, dopo aver intervistato più di 600 anziani Maya, ha affermato: “Gli antropologi visitano i templi, leggono steli ed iscrizioni e confezionano storie sui Maya, tuttavia non interpretano i segni in modo corretto, lavorano solo di immaginazione… Altri scrivono delle profezie nel nome dei Maya; dicono che il mondo finirà nel dicembre del 2012. Gli anziani Maya sono furibondi per questo; il mondo non finirà, sarà solo trasformato. “ La comprensione del tempo, delle stagioni e dei cicli da parte dei Maya si è dimostrata ampia e sofisticata.
I Maya interpretano 17 calendari diversi, alcuni dei quali calcolano con precisione il tempo per un periodo di oltre 10 milioni di anni. Nel calendario occidentale la data One Reed corrisponde alla domenica di Pasqua, 21 aprile del 1519 – il giorno in cui Hernando Cortez e la sua flotta di 11 galeoni spagnoli approdò da est in Messico, presso quella che oggi si chiama Vera Cruz. Così ebbe inizio una nuova era – che avevano anticipato tramite i loro calendari. I Maya denominarono questa nuova era i Nove Bolomtikus, o Nove Inferni, di 52 anni ciascuno; man mano che i nove cicli trascorrevano, ai nativi furono sottratte la terra e la libertà, mentre malattie e angherie presero il sopravvento e tutto si protrasse sino al 16 agosto 1987.
Dal quel giorno sino ad oggi – sostiene Barrios – ci troviamo in un periodo nel quale il braccio destro del mondo materialista sta scomparendo, lentamente ma inesorabilmente. Siamo all’apice di un’era nella quale inizierà la pace e la gente vivrà in armonia con la Madre Terra; non ci troviamo più nel Mondo del Quarto Sole, ma non siamo ancora nel Mondo del Quinto Sole: questo è il periodo di mezzo, quello della transizione. All’alba del 21 dicembre 2012 – per la prima volta dopo 26.000 anni – il Sole nascente coinciderà con l’intersezione della Via Lattea e del piano dell’eclittica; questa intersezione cosmica viene considerata l’espressione del Sacro Albero, l’Albero della Vita – un albero presente in tutte le tradizioni spirituali del mondo. Alcuni osservatori sostengono che nel 2012 questo allineamento con il centro della galassia aprirà un canale che farà fluire energia cosmica attraverso la Terra …”. Accanto a questa spiegazione così affascinante e coinvolgente – per quanto di natura più spirituale che scientifica – ce ne sono altre. Sono quelle più concrete e sbrigative, che non ci allontanano molto dal nostro quotidiano e che non ci portano lontano verso pensieri più grandi di noi, ma che, al contrario, rifuggono da tutto ciò che non si può toccare con mano. Sono quelle spiegazioni che vedono intorno a questa e altre teorie di catastrofi, un fiorire i libri e gadget di sopravvivenza, essendo – a detta di molti – il mercato delle “ bufale” molto remunerativo.
C’è addirittura chi, su Internet, si offre di amministrare i beni di tutti coloro i quali non pensano di superare quella data fatidica e chi, invece, ha già messo in vendita progetti di bunker iper-tecnologici. In ogni caso – sindrome da catastrofe a parte – ci permettiamo di consigliare qualche lettura seria sulla grande civiltà Maya, su quella immensa cultura che a 5000 anni di distanza, resta fonte di intuizioni geniali e di riflessioni sorprendenti per gli stessi astrofisici, interessati particolarmente all’influsso delle macchie solari sulla creatività dell’uomo e quindi sulla sua evoluzione, tesi strettamente legata agli studi degli antichi astronomi Maya.