IL RUOLO DEL SINDACATO OGGI
Carmime Spadafora
Più che mai, oggi, a causa di una difficile e generale crisi economica, accelerata dall’aumento esponenziale del prezzo del petrolio, si avverte la necessità di un Sindacato forte ed unito.
Negli ultimi anni, in tutti i settori produttivi, ha soffiato forte il vento del mercato globale che, senza sconti, ha colpito i livelli occupazionali con tagli pesantissimi. A pagarne le conseguenze sono state, innanzitutto, le fasce più deboli che, a stento, riescono a far quadrare i conti, arrivando, a fine mese, con grandi difficoltà.
Quello che è avvenuto, poi, nel panorama creditizio degli ultimi dieci anni è stato un vero e proprio terremoto.
La politica conservatrice delle Aziende, ha gestito i processi delle aggregazioni tra le diverse Banche, senza valutarne adeguatamente le ricadute sui lavoratori. Si sono verificate sovrapposizioni di sportelli, con la conseguenza che i colossi bancari, hanno fatto da padroni sull’intero territorio nazionale, imponendo sacrifici al personale, a discapito in particolare del Sud, che si è visto sottrarre sempre più posti di lavoro.
A mio parere, il Sindacato oggi ha il sacrosanto dovere di rimboccarsi le maniche e di farsi carico delle insidie che quotidianamente si presentano, sotto forma di piani industriali selvaggi, sempre indirizzati a ridurre i costi del lavoro.
Occorre quindi, in un contesto di trasformazioni radicali come questo, che genera insicurezza, precarietà sul lavoro, instabilità sociale, scarsa fiducia nelle Istituzioni e confusione politica, che il ruolo del Sindacato – anche di quello di categoria – diventi più centrale in ogni ambito.
Un ruolo di garante a tutto tondo, disposto a dialogare ed attivarsi con interventi solidali che vanno oltre il proprio settore di appartenenza.
Alla specifica competenza sindacale di tutela dei propri iscritti, del lavoro e del rispetto del lavoratore – nell’accezione più ampia possibile – dovrebbero aggiungersi iniziative ed azioni di lotta rivolte a controllare speculazioni sui consumi del cittadino, lavoratore o disoccupato che sia, a salvaguardare legalità ed applicazione di principi giuridici a protezione dei più deboli; un Sindacato sempre pronto a denunciare ogni forma di discriminazione sociale.
Agli spazi vuoti lasciati da un’azione politica troppo frammentata, forse, è giunto il momento di rispondere anche con un’attività sindacale a carattere sociale, con il fine ultimo di difendere – tutti insieme – i diritti/doveri dei lavoratori, di combattere il precariato “a vita”, non stancandosi mai di insistere sul “male estremo” dell’alto tasso di disoccupazione che – è evidente al Sud – non sempre permette di vivere onestamente e dignitosamente.