LANCETTE A RITROSO
Emanuela Frosina
Chissà se i famigerati DICO sono stati davvero congelati in freezer, in attesa di tempi migliori, o se alla fine, dopo tante inutili parole, se ne farà qualcosa.
Ad ogni modo, la querelle ha avuto il merito di far emergere appieno l’anomalia, tutta italiana, di una Repubblica ad autonomia limitata, e di uno Stato che ancora, ad un secolo e mezzo dalla sua proclamazione, oscilla pericolosamente tra una dichiarata e presunta laicità ed un’effettiva vocazione teocratica ed integralista, certo più consona ad una Nazione le cui leggi seguono rigidamente i dettami etici del Corano che ad uno Stato membro dell’ Unione Europea.
Uno Stato in cui il potere, purtroppo molto più politico che religioso, della Chiesa cattolica pretende di paralizzare, e di fatto ostacola fortemente, l’iter parlamentare di una minimale legge di semplice buonsenso e di civiltà destinata a regolamentare i privatissimi rapporti tra due adulti consenzienti, il cui credo religioso non ha letteralmente alcuna importanza né alcuna rilevanza legislativa.
Si invoca, spesso, il diritto della Chiesa di esprimere e di diffondere le proprie opinioni, nonché di condannare apertamente quelle contrarie allo spirito (o più frequentemente alla lettera) del messaggio evangelico. Mi pare che la questione sia, in tali termini, mai posta, dal momento che nessuno ha mai impedito in Italia né ai piccoli pastori né al Papa, di diffondere quotidianamente il proprio credo. Anzi a giudicare dalla frequenza ormai ossessiva dei passaggi in televisione di alti prelati che esternano su ogni argomento, si direbbe che anche alcuni Telegiornali si siano votati al proselitismo di massa.
Il problema vero è diametralmente opposto: in pericolo è la libertà ed anzi il dovere dei parlamentari eletti da tutti i cittadini – e non solo da quelli cattolici – di legiferare su ciò che ritengono più opportuno e, quindi, anche su temi di rilevanza etica.
Non vedo come possa essere data diversa lettura delle continue pressioni esercitate dalle Gerarchie ecclesiastiche sui partiti e su i loro esponenti di spicco, addirittura tramite minacce di scomunica e ” non possumus” del tutto anacronistici.
La nostra classe politica, in genere, non brilla poi per dignità: troppo importanti i voti manovrati dalla Chiesa per non tenere in serissimo conto tali minacce.
Certo, la società italiana si va sempre più scristianizzando nei fatti, né più né meno delle altre cristianissime società occidentali come quella spagnola, francese, tedesca, inglese, americana.
Senza irriverenza, tuttavia, al posto del Cardinale Bagnasco, mi preoccuperei molto di più di convincere che di vietare e andrei a parlare per le strade e tra la gente a capire ed a spiegare, anziché lanciare anatemi, rinunciando ad interventi prettamente politici che scaveranno un solco sempre più profondo tra cittadini e tra Stato e Chiesa, riportando l’orologio indietro di un secolo senza arrestare peraltro i mutamenti in atto.
La Chiesa non dovrebbe aver paura di perdere la maggioranza, come un qualsiasi partito politico anzi, dovrebbe credere nella forza della verità e del proprio messaggio contro tutto e tutti.
Il fatto che si senta minacciata da una piccola legge inoffensiva, la dice lunga sul distacco sempre più netto tra Gerarchie e folla dei credenti.
Possibile che nessuno lassù si sia accorto che sono in estinzione i cattolici praticanti che giudicano peccatore un omosessuale, un divorziato risposato, una donna che abortisce un feto malformato, oppure una coppia che ricorre alla fecondazione artificiale?
Moltissimi italiani, cattolici e non, apprezzerebbero molto di più e troverebbero più credibile una Chiesa che tuonasse ogni giorno, adoperando tutti i mass-media contro, ad esempio, la pena di morte, l’imperialismo americano, la tortura, le guerre, la pedofilia, con la stessa insistenza e lo stesso vigore sprecato ogni giorno contro i DICO.
Ma forse tali temi non rivestono agli occhi delle Gerarchie la stessa vitale importanza.
Temo che la recente deriva integralista della Chiesa cattolica italiana, assecondata per motivi di bieca convenienza elettorale dai vari teo-con e teo-dem, finirà con l’allontanare definitivamente dalla frequentazione delle pratiche religiose tanta brava gente, che pur si professa sinceramente cattolica.
Di questo avrei davvero paura al posto del Presidente della CEI, e avrei, altersì il timore d’aver tradito lo spirito autentico di quel Concilio Vaticano, voluto da un Pontefice che guardava lontano e che pure la stessa Chiesa proclamò Santo a furor di popolo. Sembrano passati mille anni. Erano solo quaranta anni fa!