Lettera ai colleghi
ANNA LISA HA DECISO, LASCIA BANCA CARIME, LASCIA L’ATTIVITÀ LAVORATIVA, NON SARÀ PIÙ UNA NOSTRA COLLEGA. CI LASCIA PER UNA SUA SCELTA DI VITA, ESTERNANDOLA A TUTTI CON LA PASSIONE E LA PROFONDITÀ D’ANIMO DI UNA PERSONA CHE PER 22 ANNI HA SAPUTO FARSI STIMARE COME COLLEGA DI LAVORO ED AMICA. ANNA LISA CARA, I NOSTRI MIGLIORI AUGURI PER IL TUO FUTURO E UN SENTITO INVITO A PROSEGUIRE NELLA COLLABORAZIONE CON IL NOSTRO GIORNALE “AL PLURALE”, CHE CONSENTIRÀ AI COLLEGHI DI UBI BANCA DI POTER CONTINUARE AD APPREZZARE LA TUA SENSIBILITÀ ED ARRICCHIRSI PER I TUOI CONTRIBUTI CHE MOSTRANO LE TUE STRAORDINARIE DOTI UMANE. LA REDAZIONE DI “AL PLURALE” TI SALUTA, TI RINGRAZIA E TI ASPETTA – QUANDO E SE VORRAI – A BRACCIA APERTE. CIAO, ANNA LISA! Cari
colleghi, dopo 22 anni vi lascio.
Ho rassegnato da poco le mie dimissioni.
Forse sembrerà una scelta impulsiva, ma impulsiva non lo è. Piuttosto una decisione rimandata troppo a lungo, per paura, appunto, che gli altri, compresi i miei familiari, mi dessero dell’avventata ( come…lasciare un lavoro sicuro oggigiorno?).
È stato per me difficile conciliare la mia cattiva salute con i ritmi di lavoro, la famiglia e tutto il resto, ma ho sempre voluto fare tutto e bene, a discapito della mia pace e serenità interiore. All’apparenza calma, pacata, di fronte ai problemi personali, mai un cedimento. È forse tempo di mostrare anche a me stessa la mia fragilità, prima di crollare davvero. Ho 43 anni, ora o mai più.
Ancora posso recuperare, rimettermi in pari con gli affetti, con la vita, con la salute (il mio cuore già malandato non tollera più il minimo stress). Onestamente, e senza fare del vittimismo che non mi è consono, credo che vivrò meno e peggio se continuerò a lavorare. Inoltre, in questa decisione ha avuto il suo peso oltre che la mia salute e le esigenze familiari, che non volevo affatto trascurare, la morte repentina di mia madre, che adoravo, consumata dal cancro in soli cinque mesi.
Mi ha fatto riflettere, come accade spesso quando la morte coglie improvvisamente un nostro caro, e fa riflettere tutti.
Ma stavolta non voglio solo riflettere e farmi prendere, subito dopo dal vortice della vita, dal pensiero dei soldi, del superfluo, dell’indipendenza, in cui ho sempre creduto, del futuro mio e delle mie figlie. Darò più loro attenzioni che soldi , e sarò fortunata se avranno di me un ricordo tale a quello che oggi io ho di mia madre, della quale mi mancano soprattutto l’ amore, l’ascolto, il sacrificio e le continue attenzioni che mi ha sempre dedicato, i valori che mi ha trasmesso, e non i suoi regali, che peraltro non mi faceva mai mancare.
Dunque, voglio riprendermi la mia vita, il mio tempo, senza più ottimizzare, pianificare, ma donandolo e non per questo perdendolo.
Non è certo una scelta superficiale. Sono stata in preda ai dubbi, forse avrei potuto con distacco non farmi schiacciare da tutto questo, e continuare a lavorare, ma sono così e non posso farci niente, le mie ansie si ripercuotono sul mio cuore, mio punto debole, e temo che questo non mi aiuterà. Spero anche di non pentirmi più in avanti, sono tanti i combattimenti.
Correrò questo rischio, ma è pur vero che la fede in Dio mi sostiene, so che Lui provvederà, so che sto facendo la cosa giusta per me ed i miei cari. Adesso voglio buttarmi e sperare che la mia vita cambi in meglio. Sono stata bene con voi. Vi penserò, con affetto.
Chi mi volesse contattare, lo faccia: di un contatto in più al giorno…non è mai morto nessuno… . Saluto con affetto anche tutti i direttori, il capo area, e quelli ancora più su, i gestori delle risorse umane, nonché i coordinatori con cui ho lavorato, chiedo perdono ai colleghi con cui talvolta ho litigato per la mia intransigenza, anche se spero, alla fine, mi abbiano capita ed apprezzata (“tinta”, si dice dalle mie parti, e così mi sento, ma schietta). Mi mancherà scrivere sul giornalino “Al plurale”, e spero che manchi anche a voi leggere qualcosa di mio. Baci.
Buon lavoro a tutti!
Con affetto, Anna Lisa Nucara