IL BANCARIO: UN DESTINO DA REPLICANTE – Enzo Parentela
“Noo?… Ma lei, lei lavora all’Unicredit Banca?” Recita la graziosa signorina al giovanotto che si allena a fare jogging. “Sì, lavoro alla filiale xxx di via tal dei tali”, risponde sorridente – e senza traccia di fiatone – l’atletico bancario.
Una volta il bancario era un ragioniere, con gli occhialini spessi, il panciotto e magari anche un po’ stempiato. Oggi invece la pubblicità lo rappresenta giovane, carino, atletico e possibilmente celebre, tanto da fare invidia anche a Maria Grazia Cucinotta, (per chi si fosse perso la pubblicità, la bella attrice non viene riconosciuta – o completamente ignorata – a differenza dell’anonima impiegata dell’Unicredit).
Del resto, a cosa servirebbe un ragioniere in una moderna Agenzia di un Istituto di credito?
La contabilità è ormai completamente automatizzata, la partita doppia è trasparente, integrata nelle procedure, i bonifici si fanno da soli, così anche gli assegni, i mandati, e via dicendo.
Anche i cassieri ormai sono obsoleti, sostituiti dal bancomat e da tante altre diavolerie elettroniche.
La domanda è forse inquietante ma lecita: servono ancora gli impiegati di banca?
Prendete il Piano industriale di qualsivoglia Gruppo bancario. Noi, non a caso, abbiamo preso in esame l’ultimo Piano della neonata UBI Banca.
Alla voce contenimento dei costi, indovinate un po’ al primo posto cosa c’è? Costo del personale. Se poi andate avanti tra tutti quei numeri, privi di significato se non per gli addetti, trovate, però, ad un certo punto, la voce valorizzazione e razionalizzazione delle risorse umane.
Mentre il numero complessivo dei dipendenti diminuisce per via dei soliti immancabili esuberi, c’è un’altra cifra che invece è in aumento: la cosiddetta forza vendita che passerà dalle attuali 7900 risorse alle 8200. Forza vendita, proprio così. Dovrebbe essere rappresentata, ipotizziamo, da personale addetto alle vendite. Non più ragionieri, tecnici, analisti bensì venditori, rappresentanti, piazzisti.
Quindi, concludiamo che ancora gli impiegati in banca servono, ma non occorre più che facciano i bancari, basta che siano belli, abbiano una buona dialettica e siano, soprattutto, convincenti.
Ma anche per quest’ultima tipologia di bancario – ampiamente sfruttata in spot promozionali – siamo ormai al crepuscolo.
Infatti, nel prossimo Piano industriale – perché, non dubitate, ci sarà certamente un altro Piano industriale – la novità sarà rappresentata da ‘HRP – 3 Promet Mk – II’. Avete letto bene si chiama così. È un robot prodotto in Giappone e sarà commercializzato nel 2010, giusto in tempo, appunto, per il prossimo Piano di integrazione tra UBI e chissà chi.
Sarà il bancario del futuro, altezza 1,60, di carnagione piuttosto chiara, e si adatterà tranquillamente a tutte le attività aziendali.
Il costo iniziale è stimato in 90.000 euro, praticamente una bazzecola nei confronti dei costi dei bancari attuali, che, invece, reclamano uno stipendio mensile e poi costano tanto tra tasse e contributi e non si accontentano mai.
“Promet MK-II ”, non si iscriverà mai al sindacato, con notevole giubilo delle Aziende, alle quali non parrà vero di liberarsi in un solo colpo, di quei rompi … dei sindacalisti. Senza contare i risparmi sui costi e quindi l’incremento sugli utili.
Ci resta una consolazione, non tanto magra, in verità.
Verrà il momento che “Promet MK-II”, sarà ancora di più perfezionato e, allora, non si limiterà a rimpiazzare soltanto gli impiegati ma, chissà, salendo sempre di più nella catena di comando, potrebbe anche aspirare a ruoli più impegnativi.
Magari, l’ansia di tagliare i costi potrebbe indurre le Aziende a nominare, al posto dell’Amministratore delegato o del Direttore generale, un bel robot, con un cervellone della serie “HAL 9000 ” , con tanto risparmio e zero rischio.
In verità, c’è poco da stare allegri!
Vorrei ricordare, su questo tema, il racconto del genio profetico di Philik K. Dick, magistralmente interpretato dagli scenari foschi e minacciosi di BLADE RUNNER, prospettati nel film di Ridley Scott.