BINGE DRINKING
Eugenio Manzotti
Il Binge Drinking (bere lontano dai pasti) è un modello comportamentale importato dagli Stati Uniti, con qualche differenza; negli anni il fenomeno è cresciuto in maniera esorbitante anche tra i giovanissimi italiani.
Sono, infatti, sempre più i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che bevono abitualmente e il 20% di loro si ubriaca il sabato sera.
Da studi Istat e Istituto Superiore della Sanità emerge chiaramente la fine del modello mediterraneo in cui si beveva ai pasti.
Secondo i dati, quasi un ragazzo su cinque, il 18,6% tra gli 11 e i 15 anni consuma abitualmente alcolici, il 19% si ubriaca nel fine settimana, il 28% beve da 3 a 5 bicchieri, il 36% uno o due bicchieri. Crescono i superalcolici 15,7% con in testa gli aperitivi, la bevanda più diffusa tra i 18 e i 24 anni (48,8%). Il fenomeno del Binge Drinking, cioè bere finalizzato all’ubriacarsi, è più diffuso nel Nord est.
Il dato più preoccupante riguarda i giovanissimi perché sotto i 15 anni l’organismo non metabolizza l’alcol, con effetto amplificato sul medesimo.
Per quanto riguarda la mortalità, secondo le statistiche, sono ben 25.000 (17.000 uomini e 8.000 donne) i decessi causati dall’alcol, dei quali una buona percentuale sono attribuiti all’abuso di sostanze alcoliche. Cirrosi epatica ed incidenti automobilistici sono le due principali cause di morte; ma le malattie correlate ad esito letale sono moltissime. Sicuramente è necessaria una forte campagna di sensibilizzazione sociale e pubblicitaria per questo fenomeno troppo sottovalutato, per tutelare interessi economici di lobbies interessate meramente al profitto.