LA CRISI SUBIRLA O COMBATTERLA?
Enzo Parentela
Da quando è iniziato, lo scorso anno, il tracollo delle borse americane – seguite a ruota dalle borse europee e mondiali – il tema della crisi economica è entrato prepotentemente nel nostro vivere quotidiano. Le notizie sulla crisi si susseguono a precipizio, tanto che spesso diventa difficile comprendere quale sia la sua reale portata.
Leggiamo che la cassa integrazione è in aumento, così come cresce il numero dei disoccupati; di contro viene introdotta la social card (40 euro al mese), mentre per i giovani si allontana sempre più la prospettiva di un lavoro stabile; anche la prospettiva di un lavoro precario sembra tramontare a causa di un crollo produttivo generalizzato. Il vortice di notizie allarmanti incrina, inevitabilmente, ogni certezza personale, e si fa strada, in ognuno di noi, il timore di perdere il proprio posto di lavoro e la propria sicurezza. Si intravedono, però, degli spiragli e dei segnali positivi.
Le relazioni degli esperti e dei rappresentanti delle principali Istituzioni finanziarie incominciano ad essere meno pessimiste e parlano di barlumi di ripresa. Anche l’andamento delle borse, ogni tanto, registra finalmente il segno positivo. Intanto negli Stati Uniti la conta dei danni non è finita. Altre due Banche hanno chiuso i battenti (Cape Fear Bank e New Frontier Bank) portando il totale delle Banche americane fallite a quota 51, senza calcolare i problemi legati a General Motors e Chrysler, quest’ultima destinata a gemellarsi con la nostra Fiat. A questo punto, il peggio è davvero alle nostre spalle? La grande depressione paventata e temuta, potrebbe non delinearsi più come tale? Non lo sappiamo e forse nessuno ancora lo sa. Certo gli errori commessi nella liberalizzazione dei mercati non possono essere trascurati o peggio ignorati. Si sta facendo strada tra le Nazioni la consapevolezza che occorra, non imbrigliare il mercato ma riscriverne le regole. Le economie dei Paesi occidentali e, conseguentemente, quelle delle Nazioni emergenti, Repubblica Popolare Cinese in testa, sino ad ora si sono basate su una equazione molto semplice: più consumo = più ricchezza. Un simile trend però è inevitabilmente destinato a fare i conti con le limitate risorse del nostro bistrattato pianeta e con l’aumento incontrollato della popolazione mondiale.
Pertanto, qualunque modello economico non potrà non tenere conto dell’impoverimento delle risorse del pianeta, come il petrolio e i combustibili fossili. È, quindi, giunto il momento di acquisire una nuova consapevolezza, che ci porti a nuovi stili di vita, non necessariamente volti al consumismo più sfrenato. Se è vero che un maggior consumo incrementa i posti di lavoro è anche vero che un minor consumo determina minori bisogni e quindi necessità economiche ridotte. A questo riguardo, vorrei citare alcuni passaggi di un articolo, tratto da Energy bullettin, in cui l’autrice KATHY MCMAHON, dà degli utili suggerimenti per combattere non solo la crisi ma anche per intervenire sul proprio stile di vita, seguendo un modello più ragionevole ed equilibrato.
Riporto alcuni di questi consigli.
PREFIGGETEVI COME OBIETTIVO DI RIDURRE LE VOSTRE SPESE in modo tangibile – del 10%, del 20%, del 30%, persino del 50%, e stabilite un programma per attuarlo. La riduzione dei costi è il modo più veloce per aumentare il vostro reddito – un modo alternativo e rapido per guadagnare soldi.
FATE ATTENZIONE AL DENARO CHE SPRECATE senza trarne alcun beneficio, come la luce che rimane accesa, i computer che rimangono accesi notte e giorno, i “carichi fantasma” come gli orologi dei forni a microonde, che consumano più energia degli stessi forni a microonde. Se acquisite dimestichezza con il contatore dell’elettricità e annotate le letture prima e dopo aver spento questi carichi fantasma, potrete verificare direttamente il risparmio di denaro.
STABILITE UN SISTEMA A TRE FASCE PER GLI ACQUISTI: a) le necessità; b) le cose utili; e c) altro. Mettete tutto ciò che comprate in una di queste categorie per una settimana ed esaminate l’elenco. Ad esempio se acquistate vestiario, potreste aver acquistato delle calze e delle scarpe nuove di lusso. Mentre la gran parte delle persone metterebbero le calze sotto la “a” o la “b”, potremmo considerare le scarpe di lusso come “altro” tra i beni quindi non necessari o utili.
SEMPLIFICATE. Passate in rassegna ciascun acquisto e chiedetevi se qualche altro oggetto andrebbe bene lo stesso. Il consumismo produce prodotti specializzati che aumentano la domanda. Quanto più è specializzato (un prodotto), tanto più facile è far pagare ai consumatori un prezzo elevato per esso. Schiuma da barba, invece di un buon sapone schiumoso. Un prodotto per pulire i vetri, anziché l’aceto. Fate un po’ di ricerca e scoprirete come vivevano i vostri antenati senza la maggior parte dei prodotti che stanno sotto i vostri lavandini o tra i vostri articoli da toletta. Poi riducete (il superfluo) e comprate (il resto) in grandi quantità.
PASSATE AD UN’ECONOMIA FATTA DI CONTANTI. Fatelo e basta. Cominciate col decidere quanti soldi spendete solitamente usando carte di credito e assegni e prelevate tale somma in contanti per una settimana, due settimane, un mese. Se voi e i membri della vostra famiglia la spendete prima della scadenza di tale periodo, rimanete a casa e smettete di spendere, finché inizia il periodo successivo. La ricerca di mercato ha mostrato che passando ad un’economia di contanti, i consumatori spendono in media il 20-25% in meno che se usassero una carta di credito. Usate questa ricerca a VOSTRO vantaggio. Abituatevi ad usare direttamente il denaro contante e non quello virtuale.
FERMATE LE CHIACCHIERE: dal computer/Internet/televisione via cavo/telefono/telefonino cellulare/cercapersone/Blackberry/fax, per un arco di tempo, ogni giorno, e createvi uno spazio per stare con le persone a cui volete bene, senza interruzioni. Valorizzate i momenti quando le persone più importanti del mondo stanno sedute insieme a voi, prestandovi attenzione vicendevolmente, parlando sinceramente, rilassandovi insieme. Preparatevi ad una severa resistenza e ad una “tecno-astinenza”. Rendete questi preziosi momenti abbastanza lunghi, in modo tale da vincere l’effetto da astinenza “iperattiva” e da far permeare la casa da un senso di quiete. Continuate a farlo (come un “esperimento”, se dovete) per almeno un mese, e incominciate a discutere su quali cose potreste fare come una famiglia o individualmente, che siano soddisfacenti o divertenti senza l’utilizzo dell’elettricità.
VALUTATE SERIAMENTE SE FARE GLI STRAORDINARI: piuttosto che utilizzare questo tempo per creare uno stile di vita più sostenibile. Siamo avvezzi a pensare al guadagno come alla nostra priorità numero uno, ma forse è il momento di mettere in discussione tale presupposto. Se domani dovesse succedere una qualche crisi, sareste preparati? Avete provveduto al cibo? Conosciuto i vostri vicini di casa abbastanza da potergli chiedere (o offrire) dei favori? Siete introdotti in organizzazioni religiose o civili che vi offrano un cerchio di sostegno più ampio? Avete risolto i vostri problemi coniugali? O imparato a godervi veramente la compagnia dei vostri figli? Senza dubbio, i soldi sono importanti, ma il tempo è il nostro bene più prezioso. Pensate attentamente a come lo usate”. I consigli di KATHY MCMAHON non finiscono qui, sono ben ventisei suggerimenti e ho voluto citarne solo alcuni che focalizzano l’attenzione sull’opportunità di modificare il nostro comportamento. Con una semplice modifica nelle abitudini quotidiane, potremo non solo migliorare la nostra situazione economica, ma anche gettare le basi per un cambiamento sociale, alternativo all’attuale modello economico, esclusivamente indirizzato ad un consumismo sfrenato e senza limiti.