LA STORIA INFINITA DI UNA BANCA
Nino Lentini
La storia, cominciata ormai da diversi anni, sembra non avere fine. Non appena ti convinci di essere finalmente all’ultima rivisitazione del piano industriale di UBI, ecco che puntuale arriva la notizia di un nuovo aggiornamento.
Le dichiarazioni dei vertici aziendali, ogni volta, danno per certo che si tratta dell’adeguamento definitivo, almeno per quanto riguarda il numero delle risorse.
Addirittura, sempre secondo recenti dichiarazioni aziendali, ci sarebbe stato bisogno di nuove risorse per l’apertura di nuovi sportelli. Sapete qual è stato, invece, l’epilogo della vicenda? Un ennesimo aggiornamento al Piano industriale di UBI ha reso nota la necessità di chiudere un numero, abbastanza considerevole, di sportelli e di ridurre l’operatività di altre filiali.
Per correttezza d’informazione, tutto questo non prevede, al momento, riduzione di organico. Gli intendimenti non erano però questi. Infatti, non solo, rispetto agli impegni presi, non sono state aperte nuove filiali ma ne saranno chiuse diverse. Vorrei capire, allora, quale impegno viene profuso dai vertici aziendali, per questo Gruppo, UBI BANCA, che è uno dei più grandi e forti Gruppi del nostro paese. Gli utili prodotti sono sotto gli occhi di tutti. I lavoratori di UBI hanno sempre profuso il massimo sforzo per realizzare gli obiettivi, nell’ambito delle direttive ricevute, e per far sì che UBI BANCA rimanesse ai massimi livelli di efficienza e competitività, per non deludere la numerosa clientela che vede in UBI un riferimento territoriale e nazionale. Devo dire, con estrema franchezza, che tutto questo non aiuta, anzi crea sconcerto tra i colleghi del Gruppo: lavorare e vivere nell’incertezza, sentirsi parte di una storia infinita dall’esito confuso.
In realtà ci rendiamo conto che l’Azienda non ha mai dichiarato i reali intendimenti di volontà verso il Gruppo. In queste condizioni, è chiaro, i lavoratori vivono in un eterno incubo. A questo punto, è forse assurdo e fuori luogo pretendere di conoscere, una volta per tutte, quali siano le reali intenzioni dell’Azienda? Pretendere di sapere quando, veramente, sarà scritta la parola fine ad una storia che dura da tempo? È forse pretendere troppo se si chiede di dare ai lavoratori del Gruppo, che si impegnano al massimo nel loro lavoro, un pizzico di serenità? Certamente, non è questo il modo migliore per farlo.
Sarebbe forse giusto che i vertici aziendali si dedicassero allo sviluppo di tutti i territori in cui opera UBI BANCA, massimizzando gli sforzi, al fine di conoscere meglio le reali potenzialità degli stessi territori. Occorre che gli investimenti vengano avviati nella giusta direzione, diversificando le condizioni e gli oneri, tenendo conto delle molteplici esigenze della clientela, ovviamente diverse in Lombardia, nel Triveneto, nel Centro Italia e nel Sud.
Operando così, partendo da uno studio scrupoloso dei territori, il Gruppo UBI potrà evitare di trovarsi di fronte a filiali “improduttive” e, quindi, inevitabilmente, da chiudere o a filiali in cui è necessario ridurre l’operatività, dando così grande impulso a tutta la Banca. Solo usando trasparenza e sincerità si potrà risolvere positivamente questa storia infinita.