A tre settimane dall’incorporazione dell’Ex Gruppo UBI in ISP, dopo i comunicati trionfalistici da parte aziendale, è il tempo di fare un primo bilancio realistico della situazione che stanno vivendo le colleghe ed i colleghi. Sicuramente per quello che è il contesto, parlare di “campioni” è riduttivo…
Alcune settimane prima della migrazione, denunciammo preventivamente la scarsa formazione fruita dai colleghi ex UBI, proprio al fine di evitare il disastro annunciato, purtroppo nonostante ci fosse ancora il tempo per intervenire, l’azienda ha scelto di non adottare correttivi. Ci si aspettava che la prima banca del paese sopperisse a tale carenza di formazione con una cospicua presenza di affiancatori, gli affiancatori “fisici” sono stati centellinati a causa della pandemia in corso ed in molte realtà sono stati concessi per una sola settimana. Quelli da “remoto”, oltre a dover assistere i nuovi colleghi, si trovano a portare avanti il proprio lavoro con un susseguirsi di appuntamenti, a raggiungere i budgets, a fare riunioni fuori orario, e anche a gestire le lamentele via via più accese della clientela.
Ma tutto questo non è stato considerato sufficiente per dimostrare di essere dei campioni: molti colleghi che faticosamente avevano iniziato a formarsi sul campo, in questi ultimi giorni sono stati spostati in uffici di direzione o nei distaccamenti FOL, vanificando di fatto, con una scelta che sembra immotivata ed intempestiva, tutto il sacrificio profuso in queste settimane e lasciando al contempo molte filiali sguarnite.
L’incorporazione tra la prima e la quarta banca del paese in tempi di pandemia è già un’impresa mai affrontata da nessuno.
Contestualmente all’incorporazione si è proceduto con la chiusura degli sportelli, con la creazione della divisione Agribusiness, di nuove filiali Impact e della Filiale On Line nelle Marche ricorrendo in entrambi i casi ad un reclutamento di lavoratori dalla rete e creando, nel caso della FOL, nuovi teams e fino ad arrivare ai distaccamenti unipersonali dentro le filiali retail e determinando la riduzione degli organici; si sono disposti massicci trasferimenti di colleghi (comunicati anche senza nessun preavviso) comandati spesso a fare mestieri di cui non hanno alcuna conoscenza; si è provveduto alla nuova ennesima riduzione/trasferimento dei portafogli e alla riduzione delle scrivanie rispetto alle persone in organico.
Una concentrazione di interventi inopportuna e comunque male pianificata, una gestione confusa e non priva di errori che ha provocato caos nel lavoro quotidiano e messo i colleghi in grossa difficoltà, operando a proprio rischio e senza avere la consapevolezza di “lavorare bene”.
E, nel quadro generale, la grande latitante risulta la formazione, totalmente inadeguata al bisogno di mettere i colleghi in condizione di poter adempiere autonomamente ai nuovi incarichi come, solo per fare alcuni esempi, nel caso di diversi nuovi gestori Privati e Aziende, dei nuovi gestori e addetti Agribusiness, degli addetti agli uffici centrali, dei nuovi addetti della FOL regionale, tutti abbandonati al loro destino e a districarsi come meglio possono alla ricerca di guide e colleghi già formati e generosi.
Di tutte queste situazioni l’Azienda è a conoscenza? Quali saranno i correttivi che vorrà adottare?
Probabilmente l’Azienda ci considera più che dei campioni, dei supereroi con una salute di acciaio: la normativa anti Covid infatti è solo un lontano ricordo e continuiamo purtroppo a registrare casi di positività tra i colleghi.
Gli interventi realizzati hanno, infatti, determinato un sovraffollamento degli uffici, causato problemi per le distanze di sicurezza che difficilmente possono essere rispettate; con sgomento constatiamo che, a tre settimane dalla migrazione molti colleghi non hanno ancora una scrivania e devono condividere telefoni e terminali; i plexiglass in molte unità produttive, a più di un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, tardano ad arrivare e paradossalmente laddove i plexiglass ci sono, quelle che mancano sono le mascherine!
Fuori dalle filiali si verificano pericolosi assembramenti di clienti, in molti casi caratterizzati da risse ed insulti e dall’intervento delle forze dell’ordine, e proprio ora che servirebbe riconfermare la presenza degli steward (ma presso tutti gli sportelli), ISP fa scelte in controtendenza.
Qualcuno ha scelto di fare la migrazione sulla nostra pelle, sia su quella dei dipendenti ISP che si stanno spendendo con grande generosità ma che si sentono frustrati ed esausti perché non riescono ad arrivare dappertutto e ad aiutare i colleghi ex UBI, sia su quella di questi ultimi che sebbene preparati professionalmente ed armati dei migliori propositi si trovano spaesati, frastornati e senza risposte pronte. Le ricadute sui dipendenti, tutti i dipendenti, sono intollerabili!!
In questo contesto la richiesta di risultati commerciali sa veramente di beffa!!
Gravissima è la pressione per le telefonate senza risposta. Raccomandiamo a tutti i colleghi di segnalare, anche a mezzo dei propri dirigenti sindacali di riferimento, le inaccettabili ed inopportune pressioni commerciali, ora assolutamente fuori luogo, ed evitare al contempo di effettuare straordinari laddove non vengano pre-autorizzati e quindi retribuiti anche alla luce della nuova modalità di rilevazione della presenza che non prevede più l’automatica definizione dello straordinario.
Tutto il personale di ISP sta dimostrando anche in questo contesto di forte criticità il proprio valore, è il tempo che l’Azienda dimostri ai propri dipendenti di essere la prima banca del paese e di smettere di essere sorda alle tante segnalazioni che provengono, ormai giornalmente, da tutto il territorio nazionale.
Chiederemo come Coordinamento Area Marche un incontro urgente alle Relazioni Industriali, se non saranno adottate adeguate misure volte alla risoluzione definitiva dei problemi, utilizzeremo tutti gli strumenti di legge e di contratto a nostra disposizione soprattutto per tutelare la salute e la sicurezza dei colleghi.
Parlare di “campioni” o di supereroi non ci convince. Siamo persone normali che sanno che il lavoro quotidiano è costanza e dedizione e che viene svolto da lavoratrici e lavoratori che sanno unirsi, collaborare e fidarsi le une degli altri. L’eroismo è la strada di pochi, la collaborazione creativa è il vero superpotere ma purtroppo da sola non basta.