Roma, 18 marzo 2020. Quanto incredibilmente affermato in un documento sindacale, in distribuzione sulla piazza di Milano, in cui si afferma che mentre il sindacato a Roma discute a Milano si muore, non può passare sotto silenzio. Capiamo le tensioni, lo stress, le paure delle lavoratrici e dei lavoratori ma i rappresentanti sindacali devono essere in prima linea a far rispettare quanto concordato, evitando di scrivere documenti palesemente privi di fondamento e che servono solo ad aumentare la già forte preoccupazione e paura che giustamente alberga tra gli addetti del Settore credito.
Le lavoratrici e i lavoratori hanno bisogno dei sindacalisti che fanno rispettare quanto concordato per la loro sicurezza e non velocisti della tastiera e fomentatori dell’ultima ora, che nulla di concreto portano alla tutela della categoria.
I Segretari Generali condannano, quindi, fortemente il documento uscito a Milano da parte di una sigla sindacale e si impegnano, come sempre, a dare il massimo per la tutela delle colleghe e dei colleghi che sui posti di lavoro, al pari delle altre attività essenziali, stanno garantendo il servizio per tutto il Paese.
A questi colleghi, invece, occorre rivolgere il ringraziamento di tutto il Paese così come alle altre categorie oggi in prima linea.
Ricordiamo, inoltre, che le Segreterie Generali del Sindacato del Credito si sono concretamente impegnate, fin dalla prima ora, a difendere i diritti della salute e della sicurezza del lavoro per le lavoratrici e lavoratori del credito dopo l’avanzata dell’epidemia del coronavirus.
Abbiamo assunto iniziative, scritto lettere al Ministero degli Interni, siamo intervenuti su tutte le Aziende che non rispettavano quanto stabilito nei protocolli medici sanitari. Lunedì abbiamo stipulato un accordo con Abi sulla sicurezza delle lavoratrici e lavoratori sicuramente più avanzato rispetto ad analoghi accordi per altri Settori. Abbiamo chiesto la chiusura degli sportelli per 15 giorni in tutta Italia, garantendo sempre i servizi ATM e online, e, comunque, di chiudere gli sportelli nelle piazze di Bergamo, Brescia, Lodi, Cremona, Piacenza e nelle zone rosse. Siamo ancora in attesa di sapere il parere dell’Esecutivo dell’Abi e, in caso di risposte negative, siamo già pronti a nuove e più forti iniziative nei confronti delle Banche e del Governo.