La scelta di premiare solo pochi e particolarmente meritevoli colleghi, per l’attività svolta nel difficile periodo in cui l’intera forza lavoro della nostra banca è stata oggetto di continue aggressioni intimidazioni e denunce da parte di clienti ed opinione pubblica, rappresenta un errore, specie in termini di opportunità.
Errore perché crea una dolorosa frattura fra, i pochi premiati, ed il resto dei lavoratori spesso lasciati soli in questi mesi.
Anche in questa nuova fase, che poteva essere finalmente occasione di pacificazione complessiva e di messaggi distensivi, si operano scelte che riaprono vecchie ferite e che, ancora una volta, lasciano la gran parte dei colleghi esclusi ed ignorati.
Riteniamo che questa iniziativa sia sbagliata nelle modalità, tempistica, per i luoghi e soprattutto il numero dei destinatari.
Pretendiamo di capire i criteri con cui si è scelto di operare e la finalità che si sarebbe voluta raggiungere e che evidentemente non è stata raggiunta, vista la pioggia di critiche piovute in queste ore, e ci aspettiamo una presa di coscienza dell’errore commesso.
Ciò che abbiamo imparato negli ultimi mesi è che nelle situazioni difficili ci si stringe insieme in un “corpo unico “.
Avremmo voluto che questo spirito fosse stato presente anche nelle iniziative del management.
Il ” corpo unico anche in questa occasione sono TUTTI I LAVORATORI che hanno affrontato questi lunghi mesi di silenzio assordante e di sentimento di solitudine, grazie alle qualità personali, alla professionalità, al coraggio e grazie ai valori di correttezza ed onestà appresi nel proprio personale percorso.
Valori che ci hanno permesso di supportarci vicendevolmente nella risoluzione dei problemi quotidiani, consci di un unico percorso, un comune obiettivo, che oggi si realizza nel passaggio in Ubi Banca.
Ci chiediamo allora, cosa ci sia dietro la volontà di concedere un minimo doveroso riconoscimento per detto sforzo solo ad alcuni di noi.
Non vogliamo ritenere che l’Azienda voglia produrre divisioni all’interno del personale, ma i fatti sono questi.
Sarebbe stato giusto premiare tutti, non per uno spirito ugualitario, ma perché davvero tutti hanno sopportato momenti di grande difficoltà e perché comprendiamo bene le ripercussioni sull’animo dei lavoratori esclusi.
Si è persa un’occasione, e come spesso è accaduto in passato, la lungimiranza è venuta meno.
Rivendichiamo dunque una giusta gratifica, corale ed univoca per tutti noi, artefici di questo successo che è oggi la nostra realtà.